di Stella Simonin

Secondo gli analisti finanziari internazionali, pare ormai certo che, entro il 2025, l’India supererà il Regno Unito, collocandosi al quinto posto nella graduatoria delle economie mondiali, ed entro il 2030 al terzo, dietro Cina e Stati Uniti.
Il subcontinente indiano appare oggi come uno degli scenari internazionali più interessanti per il rapido sviluppo che sta vivendo, che ricorda la Cina degli ultimi decenni. A differenza di quest’ultima però, deve fare i conti con un passato postcoloniale e un presente caratterizzato da disuguaglianze sociali, ventitré lingue parlate e conflitti irrisolti.
Questioni di genere, identità, religione si sovrappongono a complicate trame sociali e nuovi problemi derivati dalla repentina evoluzione economica. È proprio di questo che si occupa la fotografia indiana di oggi, ormai emancipata dall’immagine tradizionale dell’India, esotica e colorata.

In sintesi, questo era il contenuto del testo stampato sul muro, che mi ha accolto all’entrata della mostra fotografica “India Oggi”, che ho visitato il 3 gennaio, al Magazzino delle Idee di Trieste.
Si tratta della prima mostra a presentare a livello europeo settant’anni di fotografia e storia, raccolta in 500 opere fotografiche, ma anche video e installazioni, in grado di cogliere diversi aspetti dell’India, fra tradizione e cambiamento, in ordine cronologico, da poco dopo l’indipendenza dall’Impero britannico fino ai giorni nostri.

IL MAGAZZINO DELLE IDEE

Situato a Trieste in Corso Cavour, ad oggi è un polo culturale; fa parte dei beni dell’Ente per il Patrimonio Culturale del Friuli ed è gestito dal Servizio Promozione e valorizzazione del territorio culturale, ma nasce nell’ambito del recupero degli immobili del fronte porto. Il progetto dell’edificio nasce nel 1907 dall’esigenza di realizzare spazi di deposito ed esposizione delle merci per il controllo doganale (come i Magazzini del Sale e i varchi doganali).
L’edificio oggi presenta a laboratori, sala conferenze e uffici informazioni e, data la sua vicinanza col centro, è il luogo adatto ad attirare un vasto pubblico.
“India Oggi” non è la prima mostra realizzata all’interno di questa struttura: il Magazzino delle Idee infatti è un luogo destinato proprio alle esposizioni ma anche ad altri tipi di eventi come conferenze, proiezioni e concerti. 

LA MOSTRA

L’esposizione consiste in una raccolta di scatti realizzati da diciassette fotografi indiani di epoche differenti. Gli artisti in questione sono: Kanu Gandhi, Bhupendra Karia, Pablo Bartholomew, Ketaki Sheth, Sheba Chhachhi, Raghu Rai, Sunil Gupta, Anita Khemka, Serena Chopra, Dileep Prakash, Vicky Roy, Amit Madheshiya, Senthil Kumaran Rajendran, Vinit Gupta, Ishan Tanka, Soumya Sankar Bose e Uzma Mohsin.

Ma vediamo di conoscerli più nel dettaglio.

  • Kanu Gandhi
    Nipote del Mahatma, lo ha ritratto negli anni in cui professava la disobbedienza civile e l’attivismo non violento.
  • Bhupendra Karia
    Esplora l’India rurale post indipendenza, soffermandosi sulle sfide sociali, politiche e ambientali che il Paese dovrà affrontare.
  • Pablo Bartholomew
    Narra la sua esperienza di ventenne affamato di vita tra Delhi, l’allora Bombay, e Calcutta, alla ricerca di inchieste in ambiti sociali difficili.
  • Ketaki Sheth
    Racconta la Bombay che cambia tra la fine degli anni ‘80 e l’inizio degli anni ‘90 col boom edilizio, l’arrivo massiccio di migranti interni, il contrasto tra tradizione e cambiamento.
  • Sheba Chhachhi
    Attivista e cronista del movimento femminista indiano, interpreta con lo scatto intitolato “messo in scena” la storia di 7 attiviste.
  • Raghu Rai
    Considerato unanimemente uno dei maestri della fotografia indiana, riunisce nel suo lavoro quattro decenni di storia indiana, dagli anni ’60 al 2000.
  • Sunil Gupta
    Presenta una sorta di diario privato, nel quale l’India rurale del suo villaggio di origine fa da sfondo alla sua esistenza tormentata.
  • Anita Khemka
    Con un lavoro intenso durato due decenni, ha seguito l’evoluzione di Laxmi, attivista transgender molto popolare in India, della quale racconta la naturale schiettezza e genuinità.
  • Serena Chopra
    Ha frequentato per otto anni il campo profughi di Majnu ka Tilla, raccogliendo immagini e testimonianza sonore, scritti e disegni realizzati dagli esuli tibetani.
  • Dileep Prakash
    Ha indagato sulle eredità postcoloniali con l’obiettivo di capire quanto il legame tra le due differenti culture continui e come.
  • Vicky Roy
    Il suo lavoro affronta uno dei drammi più attuali della società indiana: i bambini orfani o abbandonati. Ne restituisce un’immagine piena di vita e di speranza con un appello per riuscire a dare loro un futuro.
  • Amit Madheshiya
    Nelle sue fotografie ritrae i volti perduti, stupiti e rapiti, di allevatori e agricoltori che assistono, per la prima volta, alla proiezione di film sotto tendoni improvvisati di cinema itineranti.
  • Senthil Kumaran Rajendran
    Racconta la difficile convivenza fra tigri e umani, in un contesto di aumento demografico, nuovi insediamenti e deforestazione.
  • Vinit Gupta
    Il suo lavoro ha come focus il tema dell’ecologia e delle lotte delle popolazioni minacciate dagli interessi industriali che ne sconvolgono identità e tradizioni.
  • Ishan Tanka
    Testimonia le proteste dei jal satyagrahis, che si battono contro la costruzione di dighe, che comporterebbero lo spostamento di centinaia di migliaia di persone, e degli adivasi, che lottano contro lo sfruttamento delle loro terre ricche di carbone e ferro.
  • Soumya Sankar Bose
    Attraverso testimonianze orali e video ha ricostruito il massacro di Marichjhapi, nel Bengala occidentale, perpetrato dalle forze di polizia contro i rifugiati bengalesi di casta inferiore nel 1979.
  • Uzma Mohsin
    Analizza meccanismi e conseguenze delle proposte civili in un paese dove il dissenso è considerato al pari di “slealtà, antinazionalismo e sedizione” come lei stessa ricorda.

L’ho trovata una mostra veramente interessante, perché ritrae aspetti molto vari dell’India in scatti autentici e dai significati profondi, certamente diversi dalle fotografie che solitamente ci vengono proposte, e in più racconta anche la storia del Paese dal secolo scorso fino ai giorni nostri.
Purtroppo la mostra è durata solo dal 11/11/2023 al 18/02/2024, ma se fossi ancora in tempo consiglierei sicuramente di visitarla.