di Mazzola Valentina
Vi è mai successo di arrivare a scuola, ritrovarvi, durante una lezione qualunque a lavorare in gruppo ad alcuni esercizi o ad una presentazione sui più svariati argomenti e pensare: “Oh no, non ancora!”? Ritengo che sia un avvenimento più che ricorrente, quasi quotidiano, soprattutto per le persone più timide ed introverse o, almeno, lo è per me.
Lavorare in gruppo è una buona opportunità per conoscere persone nuove, nel caso di colleghi di lavoro, o per approfondire la conoscenza dei propri compagni di classe, e soprattutto per scambiarsi idee ed opinioni sia sul tema del lavoro che bisogna svolgere sia su altri argomenti di attualità. Il gruppo, quindi, è un’occasione per confrontarsi. Nel momento in cui, però, ci si trova a dialogare con persone nuove o che non si conosce particolarmente bene, questo può risultare difficile per qualcuno. Le persone più estroverse e socievoli, infatti, prendono in mano la situazione in un qualsiasi contesto sociale in cui è necessario il confronto: si presentano, ricapitolano ciò che bisogna fare e iniziano a discutere e decidere con gli altri come affrontare il lavoro assegnato. Molto semplice, vero? Eppure per le persone introverse o con difficoltà a relazionarsi con gli altri, la situazione è molto più complicata, soprattutto se anche gli altri membri del gruppo hanno le stesse difficoltà.
Per farvi capire meglio il nucleo del mio articolo, voglio raccontarvi un episodio in cui sono stata coinvolta. Una volta, alle elementari, dovevo lavorare in gruppo per scrivere un racconto di fantasia. Ognuno, però, ovviamente aveva le proprie idee, completamente diverse da quelle degli altri, e quindi non riuscivamo a concordare su che storia inventare e quali dettagli aggiungere. Allora, visto anche che i miei compagni di classe non erano molto attenti a partecipare e contribuire al lavoro, ho pensato di tapparmi le orecchie, raccogliere le mie idee, creare un mio racconto e presentarlo ai miei compagni. Quando l’ho proposto, questi ultimi l’hanno accettato volentieri e così abbiamo utilizzato la mia versione. Questo episodio, a mio parere abbastanza divertente, mi ha fatto riflettere nel tempo; non mi sono resa conto per diversi anni di quale fosse il problema della mia scelta: i miei compagni non volevano collaborare, io avevo delle idee che gli altri approvavano e il lavoro era fatto. Più semplice di così non poteva essere! Crescendo, però, mi sono accorta che molto nelle mie azioni era sbagliato o, più precisamente, ingiusto: i miei compagni, infatti, probabilmente avevano delle loro idee, sicuramente buone e valide, e avrebbero apprezzato che venissero almeno discusse all’interno del gruppo e prese in considerazione. La storia, poi, sarebbe potuta essere molto più originale e magari anche piacevole perché avrebbe contenuto elementi provenienti da persone con menti, idee e modi di esprimersi differenti. Le idee altrui, quindi, vanno sempre considerate, anche nel momento in cui si pensa che non siano adeguate o che le proprie siano migliori. Da questa esperienza ho personalmente imparato che bisogna avere un po’ di umiltà all’interno di un gruppo per essere in grado di ascoltare gli altri e i loro punti di vista, prenderli in considerazione e discuterne insieme per decidere cosa fare. Non dico che bisogna sottovalutare le proprie posizioni ed accettare solo quelle altrui, ma l’ideale è saper sostenere le proprie e, al contempo, ascoltare gli altri dando loro credito, in modo da produrre un lavoro che includa e soddisfi tutti i membri del gruppo.
Da questo breve aneddoto si può dedurre che io stessa ho avuto numerose esperienze di lavori in gruppo e non sono sempre state molto positive. Riguardando indietro, ho capito come potermi migliorare e come approcciarmi meglio all’interno di un gruppo. Sulla base della mia esperienza, posso consigliare a chi affronta gli stessi problemi che, per quanto sia difficile, bisogna essere convinti delle proprie idee ed esprimerle agli altri, perché nel gruppo nessuno è lì per giudicarvi, anzi sicuramente desiderano che voi contribuiate al lavoro per realizzare un progetto omogeneo nel minor tempo e nel modo più efficiente possibile.
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