di Elisa Fiore 

Ci ostiniamo a chiamare casa quattro mura e un tetto, mattoni impilati e una leccata d’intonaco, magari variopinto. Ci hanno insegnato che casa nostra è dove siamo nati, chi ci ha cresciuti e sorretti e forse a volte distrutti. Ci hanno spiegato come fosse una regola, che casa è tutto quel fardello che ci siamo ritrovati senza chiederlo, la somma di fattori esterni per la quale saremo per sempre costretti a provare nostalgia.

Le regole però a me fanno paura, quando le metto in ordine sul palmo della mano e loro strabordano, tanto che non riesco più a chiuderla. Qualcuna quindi ho deciso di smarrirla per strada, per caso. Adesso sto costruendo casa mia, la cerco nelle vie su cui poso il passo e tra le righe dei miei pensieri quando cambio strada, di pari passo con la ricerca di me stessa.

Incamminandoci la vita ci porta lontani, ma casa è molto spesso un accampamento nomade e non una villa ormai distante, tra i ricordi. Ce la portiamo sempre dietro, sotto sembianze di qualche sorriso largo o sguardi persi, eppure la smarriamo sempre, soffocandola dentro di noi. Confondiamo game boy per bussole e percorriamo strade omonime alle nostre, eppure sbagliate. 

La ricerca è infatti molto più introspettiva di una passeggiata senza navigatore. Come ci diceva Raymond Carver quando scriveva di una donna in piedi sulla soglia di casa “con il sole che le veste i capelli. Quella che ha aspettato tutto questo tempo. La donna che ti ama. Quella che può dire <<Perché hai fatto tardi?>>”

Perché tardiamo tanto? Quella donna che ci aspetta siede docile tra i nostri sentimenti più veri ed è lei casa nostra. È vero anche che nessuno tra noi crederà mai senza averlo visto con i propri occhi che è egli stesso la strada per tornare a casa tra braccia sicure. Preferiamo la solitudine, la vana ricerca negli occhi di qualcuno che non sarà mai noi.

Adesso forse ho capito qualcosa in più: casa mia è il mio riflesso più autentico e non posso farmelo sfuggire. In ogni posto, in ogni abbraccio sicuro che posso vivere senza inibizioni, ecco: lì sono a casa. Al sicuro da ogni male, da ogni menzogna che per troppo tempo sono stata io stessa ad infliggermi.