“I bambini e gli adolescenti, in quanto persone a pieno titolo, devono essere presi sul serio e rispettati.”

Di Laura Sommavilla
In questi giorni ricorre l’anniversario dell’approvazione della carta sui diritti dell’infanzia, promulgata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U).
Questo è uno dei passi fondamentali compiuti dall’uomo per promuovere il progresso dell’umanità infatti sancisce il diritto di tutela e di difesa di tutti i giovani esseri umani dai soprusi, dalle violenze, dall’emarginazione e dallo sfruttamento.
Nonostante questo importantissimo documento sia stato ratificato da praticamente tutti i paesi del mondo, dobbiamo purtroppo constatare che non è ancora pienamente applicato.
La semplice firma da parte di uno Stato non basta a far entrare la Convenzione nel diritto interno.
La ratifica, invece, implica l’assunzione di un vero e proprio impegno da parte dello Stato che deve adottare le misure necessarie e far applicare le disposizioni della Convenzione nei Tribunali.

La Giornata Mondiale dei diritti dei bambini si celebra il 20 novembre ogni anno.
Tale data coincide con il giorno in cui l’Assemblea generale ONU adottò la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, nel 1959, e la Convenzione sui diritti dell’infanzia, nel 1989.

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia comprende 54 articoli e si basa su quattro principi fondamentali.
1. Il diritto alla non discriminazione
Nessuno deve venire discriminato a causa del sesso, dell’origine, della cittadinanza, della lingua, della religione, del colore della pelle, di una disabilità o delle sue opinioni politiche.
2. Il rispetto del superiore interesse del bambino
Il benessere dei bambini e degli adolescenti è una priorità specialmente quando bisogna prendere decisioni che possono avere ripercussioni su di loro.
Questo principio vale sia nell’ambito famigliare tanto quanto a livello governativo.
3. Il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo
Ognuno deve avere accesso all’assistenza medica, alla scuola, ed essere protetto da abusi e sfruttamento.
4. Il diritto all’ascolto e alla partecipazione
Tutti i bambini hanno il diritto di venire informati in modo adeguato alla loro età e di essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano.
Cosa dichiara la convenzione internazionale sui diritti dei bambini?
L’accordo formula principi per la sopravvivenza, lo sviluppo, la protezione e la partecipazione, validi in tutto il mondo nell’approccio all’infanzia, indipendentemente dall’estrazione sociale, culturale, etnica o religiosa. Da allora, i bambini vengono considerati individui a pieno titolo, con opinioni proprie esprimibili liberamente.
La quasi totalità degli stati del mondo (ben 196) ha sia firmato che ratificato la convenzione a parte gli USA, i quali l’hanno firmata ma non l’hanno ratificata.

Perché gli USA non hanno ancora ratificato la convenzione?
Nel 1995 il Presidente Clinton promise di farlo, ma senza successo.
Lo stesso fece Obama, che definì imbarazzante la mancata approvazione, specialmente dopo aver visto il trattamento riservato a migliaia di bambini provenienti dai paesi centro e sudamericani, ma lo stesso non riuscì a porre rimedio a questa situazione nonostante il doppio mandato.
La Convenzione, infatti, ribadisce che “Gli stati che ne fanno parte vigilano affinché il fanciullo non sia separato dai suoi genitori contro la loro volontà a meno che le autorità competenti non decidano, sotto riserva di revisione giudiziaria e conformemente con le leggi di procedura applicabili, che questa separazione è necessaria nell’interesse preminente del fanciullo”

Dunque separare migliaia di bambini dai propri genitori solo perché hanno cercato di entrare in un paese straniero in cerca di un futuro migliore per i propri figli non è giustificabile. Tanto più che la stessa Convenzione di New York prevede che: “l’obbligo che incombe agli Stati è che ogni domanda presentata da un fanciullo o dai suoi genitori in vista di entrare in uno Stato o di lasciarlo, ai fini di un ricongiungimento familiare sarà considerata con uno spirito positivo, con umanità e diligenza”.
A questo si aggiunge che al di là delle decisioni (evidentemente sbagliate, visto che sono state impugnate anche dalla magistratura americana) a proposito dei figli dei migranti, le leggi vigenti negli Stati Uniti d’America in molti casi non sono del tutto in linea neanche con quanto prevede la Convenzione di New York del 1989; per esempio come succede in alcuni istituti del Texas, dove hanno reintrodotto le punizioni corporali per gli alunni indisciplinati – sebbene subordinate ad una preventiva “liberatoria” da parte dei genitori. In Italia si può anche finire in carcere ed è un illecito che prevede la sanzione disciplinare di sospensione dal servizio per il docente, ma negli Stati Uniti un insegnante può colpire un alunno con buona pace di tutti.
Le punizioni corporali erano un mezzo ampiamente accettato per mantenere la disciplina nelle scuole statunitensi durante il Diciannovesimo e l’inizio del Ventesimo secolo, ma la pratica era caduta in disuso negli ultimi decenni. 

Questo è in violazione dell’articolo 37 della suddetta Convenzione di New York, in cui si dichiara che: 

  • nessun fanciullo deve venire maltrattato;
  • nessun fanciullo deve venire privato della libertà illegalmente;
  • chiunque sia privato della libertà deve venire trattato con rispetto; 
  • i fanciulli privati di libertà abbiano diritto ad avere rapidamente accesso ad un’assistenza giuridica o ad ogni altra assistenza adeguata.

Al giorno d’oggi nella nostra realtà i diritti dei ragazzi vengono rispettati molto di più rispetto al passato, ma non ancora pienamente.
La mia opinione è che l’adozione di questi principi da parte di quasi tutti i paesi del mondo, non sia sufficiente. Per la  loro completa applicazione ed efficacia è necessario che vengano adottati anche dai singoli cittadini della terra ed in particolare da coloro i quali hanno ruoli nell’educazione e istruzione per trasmettere ai giovani questi principi fondamentali, facendone capire l’importanza e dando per primi il buon esempio con la loro condotta.

Sitografia