Cos’è il colore? Scientificamente parlando, è la luce stessa, costituita da una sola o da più radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d’onda. I colori sono dunque semplicemente originati da onde di diversa lunghezza.
Ma che si può dire riguardo a tutte le emozioni che un colore ci fa provare, com’è possibile che il nostro cervello preferisca una tonalità ad un’altra?
Sui colori è nata una vera e propria pseudo-scienza: la cromoterapia. Essa si basa sull’intuizione che i colori descrivano la personalità di ognuno di noi e possano essere usati per permettere al proprio corpo e al proprio stato emotivo di ritrovare un equilibrio andato perduto.
Essendo tuttora una scienza priva di vere prove a suo favore (in quanto ritiene che il giallo aiuti molto la digestione e che il rosso sia la chiave per curare la paralisi terminale), la cromoterapia è vista in maniera molto scettica. Nonostante ciò, nessuno mette in dubbio che i colori provochino emozioni molto forti, si pensi ad esempio a quelle suscitate da un quadro di un pittore impressionista o futurista; di conseguenza molte persone hanno rielaborato i concetti della cromoterapia in ambiti diversi.
Il più importante è certamente il marketing: anche se non ce ne accorgiamo, siamo costantemente immersi dall’uso che le pubblicità fanno delle sfumature per invogliarci inconsciamente a comprare alcuni prodotti, volendo esasperare il concetto possiamo dire che siamo pilotati. Esiste una psicologia del colore sul quale si appoggia ogni campagna pubblicitaria. Qua riportiamo alcune curiosità, alcuni trucchi, che deve assolutamente conoscere chi si occupa di marketing.

Rosso

È il primo colore che i neonati imparano a riconoscere, ne è il principe ed è il primo che i nostri occhi percepiscono. Se si fissa intensamente per qualche minuto una luce rossa i battiti del cuore aumentano perché la frequenza di radiazione di questa tonalità agisce sul nostro sistema nervoso simpatico, facendo salire di poco la pressione arteriosa grazie alla produzione di adrenalina. In Cina, ad esempio,  i ristoranti presentavano spesso il rosso come colore dell’arredamento e delle tovaglie perché era risaputo che mettesse appetito. Oggi possiamo trovare la stessa accortezza in una delle più grandi catene di fast food del mondo, che deve il proprio successo soprattutto al suo logo, guarda caso rosso.

Il rosso sottolinea lo slancio spontaneo, la “forza di volontà” e tutte le forme di vitalità e di forza, dalla capacità sessuale al desiderio di cambiamenti rivoluzionari. Anche sinonimo di uno slancio verso l’azione, lo sport, la lotta, la competizione, l’eroismo e la produttività, il rosso è simbolo del sangue, della conquista, della fiamma che illumina lo spirito umano, di un temperamento sanguigno. La sua percezione sensoriale è perciò l’appetito, il suo contenuto affettivo il desiderio.
È il colore di chi vuole farsi notare e di chi vuole raggiungere degli obiettivi, ed è per questo usatissimo nelle pubblicità che devono motivare il cliente a fare qualcosa. Nonostante la grande potenzialità del rosso, chi si occupa di marketing tende ad usarne tonalità più scure: il colore, se troppo acceso, rischia di allontanare il cliente. Per questo motivo in Giappone una fabbrica di automobili ha dipinto le pareti dei bagni di rosso acceso, che crea disagio, al fine di limitare le pause dei suoi dipendenti.

Sembra infine che il colore trasformi le nostre percezioni: Kurt Goldstein, un ricercatore americano, ha dimostrato che gli oggetti sembrano più grandi e pesanti sotto una luce rossa, più piccoli e leggeri con una luce blu.

Blu

Opposto del rosso, il blu è sinonimo di tranquillità e profondità. In una stanza dipinta di blu i battiti cardiaci diminuiscono, portando la persona ad uno stato di quiete (agisce infatti sul sistema nervoso parasimpatico).
Sul piano psicologico dà pace e soddisfazione, su quello fisiologico tranquillità. Il blu rappresenta i legami di cui ci circondiamo per sentirci stabili, sicuri, liberi da ogni tensione in una situazione equilibrata ed armoniosa. Rappresenta l’unione, perciò anche la fedeltà e anche la sensibilità, la profondità di un sentimento. In quanto colore della sensibilità e dell’ appartenenza, è infine sinonimo di una condizione che favorisce l’energia, l’esperienza del bello, la meditazione. Schefling utilizza il simbolismo del blu nella sua Filosofia dell’Arte:  «il silenzio è la condizione propria della bellezza, come la calma di un mare tranquillo». Il blu corrisponde in modo simbolico alle acque calme e ad un temperamento quieto, alla femminilità. La sua percezione sensoriale è la dolcezza, il suo contenuto affettivo la tenerezza.
Viene usato per campagne pubblicitarie riguardanti finanze, trasporti e attività bancarie perché dà un senso di solidità e sicurezza.

Giallo

Da sempre il giallo è ritenuto il colore di chi sceglie di essere diverso.

Chi indossa giallo si sente bene con se stesso, il colore è difatti associato al senso di identità, all’Io, all’estroversione e denota sempre una forte personalità. Utilizzarlo, secondo la cromoterapia,  stimola la razionalità, migliora le funzioni gastriche e tonifica il sistema linfatico. La scelta del giallo è quindi ricerca  del nuovo, del cambiamento, della liberazione dagli schemi, sinonimo di vivacità, estroversione, leggerezza, crescita e cambiamento. È inoltre risaputo che stimola l’attenzione e l’apprendimento e che acuisce la mente e la concentrazione.
In Oriente il giallo è il colore del sole, della fertilità e della regalità; nel Giappone imperiale poteva essere indossato solo da chi apparteneva alla famiglia reale.
Alcune sfumature di giallo danno nausea e sono proibite sugli aerei.
Nell’antica Grecia il giallo era il colore dei pazzi che, per essere riconosciuti, erano obbligati a vestire di questo colore; molte tribù degli indiani d’America si cerchiavano gli occhi di giallo intenso, pensando in tal modo di ipnotizzare il nemico, e indossavano casacche gialle e nere perché tale abbinamento di colori, secondo la simbologia del mondo animale (vedi le vespe) serve da avvertimento: chi sfoggia tali tonalità nasconde un pericoloso veleno. I Masai allo stesso modo si preparavano alla battaglia dipingendo il proprio corpo e gli scudi di ocra.

Verde

È il colore della natura, specie se associato al blu e al marrone. Le tonalità dal verde chiaro al verde erba fungono da sfondo e complemento ai colori primari. Il verde, al livello internazionale, è il simbolo del permesso (passare ai semafori), ed è anche usato nei siti web che pubblicizzano, ad esempio prodotti alimentari a base vegetale o prodotti naturali per bellezza. Il verde è il simbolo della speranza, cui corrispondono sensazioni di solidità, stabilità, equilibrio, forza e costanza ed un comportamento caratterizzato dalla perseveranza.

Rinomato simbolo di speranza e di rinascita, il verde assume tuttavia significati opposti, perciò talvolta è associato ad una simbologia negativa: è il colore della rabbia e della putrefazione, del veleno e dell’invidia; nel corpo umano è  segno di grave malattia e anche di morte.
Coloro che sono affetti da daltonismo molto spesso fanno fatica a distinguere questo colore che, insieme al giallo, è uno di quelli che presenta maggiori sfumature nella realtà di tutti i giorni (si pensi alle molteplici gradazioni di verde presenti nella natura).

Ci si potrebbe soffermare molto sulla simbologia dei colori; qui sono stati riportati solo i quattro più significativi, ma ogni tonalità porta a degli effetti più o meno marcati, a prescindere dal fatto che si ritenga la cromoterapia una scienza o solo un’esasperazione di un pensiero che ha a che vedere con la sfera emotiva.

Ogni popolo in ogni tempo ha attribuito ai colori significati simbolici diversi e i nomi dati alle tinte variano da una cultura all’altra. Non esiste in ogni lingua una traduzione dei nostri giallo, rosso, blu e verde: così, ad esempio, se in Occidente il colore del lutto è il nero, in Cina lo è il bianco; alcune popolazioni della Nuova Guinea non hanno invece nomi per i colori ed usano solo le espressioni chiaro e scuro.
È importante, però, ricordare che la natura resta la maestra più grande nell’uso dei colori: pensiamo solo al fascino dell’autunno, stagione del ricordo e del rimpianto, della riflessione, che coi suoi colori rilassanti, effetto della contemporanea presenza delle svariate tonalità di rosso e marrone delle foglie e dell’azzurro del cielo, ha ispirato tanti poeti e molte opere che riteniamo capolavori.