di Tommaso Scarabelli

La “Biblioteca di Babele” è il settimo degli otto racconti che costituiscono la prima parte de “Il giardino dei sentieri che si biforcano” del libro “Finzioni” di Jorge Louis Borges. In esso viene proposta l’immagine di una biblioteca, definita come l’universo, composta da un numero indefinito di stanze esagonali, in ciascuna delle quali vi sono interi scaffali di libri.

“A ciascuna parete di ciascun esagono corrispondono cinque scaffali;

ciascuno scaffale contiene trentadue libri di formato uniforme;

ciascun libro è di quattrocentodieci pagine;

ciascuna pagina, di quaranta righe;

ciascuna riga, di quaranta lettere di colore nero.

… tutti i libri, per diversi che fossero, constatavano di elementi uguali:

lo spazio, il punto, la virgola, le ventidue lettere dell’alfabeto.

Vi sta, inoltre, un fatto che tutti i viaggiatori hanno confermato:

non vi sono, nella vasta Biblioteca, due soli libri identici.”

La principale caratteristica di questi libri è che ognuno di essi è il risultato del caso: tutti i libri possibili di 410 pagine sono già stati scritti.

Ad esempio, ne esiste uno in cui sono ripetute le sole lettere MCV in continuazione, senza alcun senso.

“… è un mero labirinto di lettere,

ma l’ultima pagina dice: Oh tempo le tue piramidi.”

Le persone che abitano in questa enorme, e forse infinita, biblioteca cercano la soluzione a domande esistenziali, sull’origine della biblioteca e del tempo.

“… se il linguaggio dei filosofi non basta, la multiforme Biblioteca

avrà prodotto essa stessa l’inaudito idioma necessario,

e i vocabolari e la grammatica di questa lingua.”

Nonostante essi sappiano che è praticamente impossibile trovare un libro simile a quello che risponde a tutte le domande (dato che un libro può differire da un altro anche per un solo punto), continuano a cercarlo inutilmente.

Il narratore di questo breve, seppur intenso racconto, alla fine esprime la sua idea sull’infinità della biblioteca, e quindi dell’universo.

“… dico che non è illogico pensare che il mondo sia infinito.

Chi lo giudica limitato, suppone che in qualche luogo remoto

i corridoi e le scale e gli esagoni possano inconcepibilmente cessare;

ciò è assurdo. Chi lo immagina senza limiti, dimentica

che è limitato il numero possibile dei libri.

Io m’arrischio a insinuare questa soluzione:

La Biblioteca è illimitata e periodica.”

Limitato o infinito?

Questa è una domanda che anche noi ci poniamo per il nostro universo e per la sua esistenza e che continua a farci pensare.

Se fosse infinito, allora in questo caso ci saranno infinite copie di altri noi o di altri noi che si distinguono per una singola caratteristica, come se infinite copie di minuscoli simboli ci componessero.

E lo stesso vale per la nostra esistenza: anche se la nostra storia si concluderà, un giorno si ripeterà e ciò accadrà in continuazione, per l’eternità.

Ma senza allontanarci troppo dal semplice mondo che conosciamo, si può pensare che ogni singolo libro, ogni singolo film, ogni singolo evento, passato, futuro o presente, sia già stato scritto in questa biblioteca.

Sicuramente anche questo articolo è già stato scritto in questa fantastica biblioteca:

l’unica cosa che possiamo fare è continuare a leggere.