di Elisabeth Moretti (collaboratrice 2^C lsa)
Quante volte ci è capitato di dire o pensare “Ma che sarà mai un piccolo strappo alla regola?”, “Il mondo tanto non cambierà mica per le azioni di una singola persona…”. Ebbene, quello che stiamo vivendo ora a causa del Coronavirus è la prova schiacciante che questo tipo di mentalità rappresenta un serio pericolo per la società. Inizialmente considerata come allarmismo, la malattia è rapidamente degenerata mostrando la reale gravità della situazione e ci ha pertanto costretti all’isolamento e al distanziamento sociale.
Tuttavia, questa quarantena ci sta offrendo un’occasione più unica che rara: la riflessione. La vita fuori di casa, prima del lockdown, era caratterizzata da grande frenesia, movimento, impegni, lavoro e stress; il tempo dedicato a noi stessi e alla famiglia insomma era poco. Ora, invece, ci ritroviamo barricati in casa, sperduti in un tempo che non sembra finire mai, a maggior ragione quando non troviamo nulla da fare, e induce inevitabilmente l’essere umano a pensare. Le preoccupazioni di certo non mancano, le notizie riportate dagli inviati speciali sono a dir poco demotivanti; sentire giorno per giorno i dati riguardanti contagi, decessi, guarigioni e vedere le percentuali di crollo delle banche e dell’economia mondiale ci ha fatto dubitare di tutto quello di cui fino a non molto tempo fa eravamo sicuri. Abbiamo tutti avuto modo, se non lo abbiamo già fatto, di ponderare sull’importanza della vita, sull’uso del nostro tempo e sulla famiglia; se prima organizzare tutti gli impegni risultava un’impresa ardua, ora ci siamo resi conto che il tempo non manca, semplicemente dobbiamo imparare a gestirlo meglio. Noi studenti, per esempio, abbiamo potuto apprezzare maggiormente la scuola e l’apprendimento tradizionale. Molti, infatti, hanno riscontrato difficoltà e malcontento nei confronti della didattica online e la mancata chiarezza da parte del Ministero dell’Istruzione riguardo questioni quali crediti, recuperi ed esami di maturità continua ad essere fonte di grande stress. Altro punto critico di riflessione è l’assenza di interazione sociale fortemente sentita dalla maggior parte della popolazione. Il distanziamento sociale ha messo in luce l’importanza della comunità e dei legami personali; non a caso Aristotele ha definito l’uomo come uno “zoon politikon”, un animale politico. Per quanto concerne il benessere personale, si può dire che la quarantena abbia influito sulle persone in maniera eterogenea. Mediante uno sguardo introspettivo, per molti è stato possibile meditare sui propri punti di forza e di debolezza con l’opportunità di migliorarsi sotto molteplici aspetti in vista di un futuro più promettente. Inoltre, il tempo trascorso con la famiglia ci ha permesso di conoscere meglio le persone attorno a noi e di capire l’importanza che abbiamo per gli altri. In fin dei conti, sebbene questa pandemia abbia portato grandi sconvolgimenti sulla scena internazionale, all’interno del nostro piccolo abbiamo avuto l’occasione di respirare, fermarci e pensare alla nostra vita, possibilità che in condizioni normali sarebbe stata difficile da ottenere.
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