Di Mauro Di Giandomenico

Cari Copernicani, benvenuti e bentornati in un altro anno scolastico. L’estate è volata, l’autunno sta per finire e il Natale è ormai alle porte ed io, Mauro Di Giandomenico, sono qui per continuare con piacere l’impegno preso l’anno scorso.
È con grande gioia che vi ripresento la rubrica musicale. Per chi è nuovo, nelle prossime righe spiegherò brevemente in cosa consiste questa mia creazione, nata l’anno scorso.
Vi presenterò, vi analizzerò dal punto di vista tecnico e vi consiglierò l’ascolto di tre diverse canzoni, differenti per testi, provenienze, lingue e generi.
Direi di non indugiare ulteriormente e di immergerci nella musica!

 

EMPIRE STATE OF MIND – JAY-Z, ft. ALICIA

Come prima canzone voglio presentarvi uno dei brani più iconici del XXI secolo. Ha ricevuto premi molto prestigiosi, tra cui il “Grammy Award” per la migliore canzone rap del 2009, sette diversi dischi di platino in sette differenti stati, un “MTV Award” per la miglior collaborazione e un altro “Grammy Award” alla migliore fotografia del 2009.
Il brano di Jay-Z rimane tutt’oggi uno dei brani più conosciuti in tutto il mondo: secondo “Spotistats”, applicazione ufficiale di Spotify che fornisce ogni tipo di statistica su qualunque brano presente su l’omonima applicazione, ha un livello di popolarità di 8.3/10.

Per quanto riguarda come è stata prodotta, io ho individuato nella parte iniziale della canzone un sample di kick, snare e hi-hat old school, una chitarra pizzicata ad ogni quarto. Il beat in seguito procede in concomitanza alla voce di Jay-Z, con l’aggiunta di un basso e di un pianoforte. Prima del ritornello troviamo una transition di 4 barre in cui sono presenti solo hi-hat e una traccia orchestrale, che poi sfociano nell’hook (termine inglese il cui signifcato è  “ritornello”) con un esplosione di archi, chitarre riverberate arpeggiate, un basso, il sample di drum classico che viene utilizzato in tutto il brano e la voce immancabile di Alicia che canta le famose frasi che elogiano la città americana più famosa al mondo :

In New York (ayy, ah-ha) (uh, yeah)
Concrete jungle (yeah) where dreams are made of
There’s nothin’ you can’t do (yeah) (okay)
Now you’re in New York (ah-ha, ah-ha, ah-ha) (uh, yeah)
These streets will make you feel brand new (new)

Big lights will inspire you (come on) (okay)
Let’s hear it for New York (you’re welcome, OG) (come on)
New York (yeah), New York (uh) (I made you hot, nigga

KING OF THE DEAD – XXXTENTATION

Un brano che sicuramente in pochi conosceranno, a parer mio è il frutto di una genialità di produzione che in pochi hanno. Di questa canzone si sa davvero poco dato che l’intero album da cui proviene è stato pubblicato 4 anni dopo la  morte dell’artista. Tutte le tracce vocali delle canzoni, che sentiamo all’interno dell’ultimo dono lasciato da XXX dopo la sua morte, sono state tutte pre-registrate da lui stesso come progetti futuri, prima di essere stato assassinato. Di conseguenza il beat che sentiamo in questa canzone non è stato prodotto dal rapper, ma comunque merita un ascolto. Nell’Intro si può subito udire il carillon che poi darà la tonalità al beat, riverberato ed effettato. Si aggiungono degli hi-hat, anch’essi effettati, un basso, un sample di drum tipico di XXX e delle sporche (termine che in gergo musicale indica tutte le voci non cantate, aggiunte al beat per dare ritmo o per comunicare qualcosa al di fuori della canzone,  diventando a volte anche monologhi) eseguite da Tentation stesso.

Il beat procede incalzando e acquisendo uno stile tipico della trap americana 2017, con varie accortezze tipiche dei giorni nostri, come il synth effettato che si sente in sottofondo. Successivamente ci troviamo di fronte una delle transition più lunghe nella storia del rap, caratterizzata da una nota di monotonia nella ripetizione dei vari suoni scelti per questa sezione di canzone. La seconda parte penso sia la sezione “clou” di tutto il brano, dato che subentra il cambiamento di ritmo nel beat rispetto alla prima parte. Spicca subito il kick in levare, che dà un senso di ondeggiamento, seguito da una traccia di melodia in reverse. Per il resto ci sono gli stessi sample della prima parte, per cui non ci sono grandi cambiamenti, se non fosse per l’aumento di doppie voci.
La canzone si conclude con un requiem corale funebre che rimanda ai temi trattati nel testo.

MOLECOLE – THASUPREME

Appartenente all’ultimo dei successi dello straordinario artista italiano, Molecole è il brano di “Carattere Speciale” che mi ha colpito di più  in quanto ha delle liriche e una base che sulla scena italiana ed europea non si sono mai sentite prima.
Ha una melodia molto dolce, composta semplicemente da una chitarra acustica e un basso digitale effettato. Sono presenti molte doppie voci man mano che la canzone procede;oltre a questa tecnica, il cantante utilizza moltissimo anche il mumbling (questo è il modo di cantare di alcuni artisti che si mangiano le parole, facendo uscire una frase molto borbottata che rende difficile la comprensione del testo).
Le parole di questa canzone risuonano come delle riflessioni personali di ThaSupreme sul nostro stato d’essere, sulla ricerca della nostra felicità e appagamento personale. Lascio una strofa qui sotto in maniera tale che tutti possano leggerla: 

Siamo e torneremo molecole
Se non c’è un piano, ce l’ho io per te
Qua la vista sembra meglio
Ma se vista meglio si può
Sentire che sono tale e quale a te

Sinceramente penso che ThaSupreme si sia superato questa volta. Era molto difficile fare meglio di “236451”, il suo precedente album d’esordio che l’ha portato alla fama in pochissimo tempo, e lui ha dato vita ad un album innovativo, nel suo stile con l’influenza di generi e tecniche mai viste nella scena italiana fino ad oggi e senza dubbio uno dei più virali per ora.