di Tommaso Scarabelli

Vedendo i numeri pensiamo automaticamente alla matematica. Tuttavia ogni numero ha un suo significato, positivo o negativo, in ogni cultura. Alcune antiche credenze influenzano ancora la nostra quotidianità: eccone alcune.

1.UNO

L’alfabeto ebraico ha 22 lettere e ognuna di esse ha un numero e un tipo di energia corrispondente.La lettera associata al numero 1 è Aleph  ( א ), che rappresenta l’uomo e la volontà, chiaro riferimento alla Bibbia, dove l’uomo è la creatura perfetta creata da Dio.

2.DUE

Il due può avere molti significati, come ogni altro numero, rappresentanti sia l’unione, sia la contrapposizione, sia le interazioni fra i diversi.

Il due rappresenta soprattutto lo scontro e la coesistenza fra le coppie di opposti, come bene e male, bianco e nero, destra e sinistra. Un polo non può esistere senza l’altro; questa idea di complementarità è rappresentata nella cultura cinese dal Tao, attarverso il famosissimo concetto di Yin e Yang.

3.TRE

Il tre è considerato il numero del potere, con diversi riferimenti nelle varie religioni.

Per esempio nella religione cristiana rappresenta la Trinità e in India la Trimurti, la triplice forma dell’Essere supremo dell’Induismo.

Il 3 è definito il numero perfetto per eccellenza, poiché somma del primo numero pari e del primo numero dispari.

4. QUATTRO

Il Quattro è il numero degli elementi: aria, fuoco, terra e acqua.

Quattro è anche il numero degli evangelisti cristiani e ognuno di loro ha un corrispondente elemento: il Vangelo di San Giovanni è associato al fuoco, quello di San Luca all’aria, quello di San Marco all’acqua e il Vangelo di San Matteo è associato alla terra.

Nella cultura cinese e giapponese è sinonimo di sventura poiché la sua pronuncia ricorda la parola morte.

5. CINQUE

Il cinque è un numero sacro nell’Islam, perché tanti sono i pilastri della fede e altrettanti sono i profeti maggiori.

Poiché le dita della mano sono cinque, indica il potere dell’uomo. È anche il numero dei sensi.

6. SEI

Il Sei è un numero che rimanda alla bellezza e all’armonia.

Tuttavia il numero 666 è considerato anche il numero del Diavolo, dato che nell’Apocalisse Giovanni narra di una creatura uscita dal mare che devasta la Terra, il cui numero è appunto 666.

In Cina il numero 6 si pronuncia come liscio e 666 significa quindi “Tutto fila liscio”.

7. QUATTRO

Il numero sette è considerato un  numero fortunato in tutte le culture.

In Irlanda si crede che il settimo figlio del settimo figlio possieda poteri magici.

Anche i gatti, animali considerati magici, hanno sette vite.

Nell’Islam ci sono sette Paradisi.

Anche il numero di colori presenti nell’arcobaleno è 7: rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto.

8. OTTO

Il numero otto è considerato il numero fortunato per eccellenza in Cina. Non a caso le Olimpiadi del 2008 si sono svolte a Pechino e sono cominciate alle 8.08 di sera dell’8 di agosto.

 9. NOVE

 Il numero nove ha assunto un valore infausto in Svezia, dato che, anticamente, ogni 9 anni ricorreva il blót, una cerimonia dove venivano sacrificati 9 maschi di ogni specie.

10. DIECI

Noi abbiamo dieci dita che usiamo per contare e ciò ha portato all’adozione del dieci come base nel sistema numerico.

Il dieci era sacro ai Pitagorici, che amavano rappresentarlo tramite la Tetratkys (un triangolo composto da 10 punti). Per i Pitagorici dieci erano anche le entità celesti.

11. UNDICI

Il numero 11 è considerato il più recente numero sfortunato, a causa degli attentati dell’11 settembre alle Twin Towers e allo tsunami del 2011 in Giappone.

13. TREDICI

Il numero 13 è considerato un numero sfortunato in tutto l’Occidente poiché il numero di partecipanti all’Ultima Cena erano tredici.

Tuttavia è un numero fortunato per gli Ebrei e anche in Italia si è riscattato grazie al Totocalcio, dove si vinceva un’ ingente somma “facendo 13”: ora il numero è diventato 13 ma il modo di dire è rimasto.

17. DICIASETTE

 Solo in Italia il diciassette è un numero sfortunato, poiché i Romani lo scrivevano come XVII, anagramma di VIXI, che significa “ho vissuto, vissi”, perciò sono morto.