di Camilla La Pietra
Il Natale è alle porte. Bussa insistentemente chiedendo di illuminare, come ogni anno, una parte del nostro inverno. Ma quale immagine potrebbe essere associata in modo più lampante a questo periodo, se non quella di un imponente abete decorato con sfarzosi addobbi e lucine sfavillanti? Ecco, proprio partendo da questa preziosa immagine vorrei raccontare una parte della storia del nostro beneamato albero di Natale, simbolo che ancora oggi ci ricorda l’importanza di questa gioiosa festività.
L’albero è da sempre identificato come simbolo di vita: anche precedentemente alla diffusione del cristianesimo l’arbusto rappresentava la fertilità e la vitalità. Con l’avvento del cristianesimo, esso diventa anche il simbolo della rinascita legata a Cristo: la religione dona un ulteriore significato all’albero che diventa anche metafora della Trinità, grazie alla sua forma. La Riforma protestante gli attribuirà un significato ancora più importante, tanto che esso verrà adottato primariamente dai protestanti; i cattolici finiranno per ritenere l’albero prettamente una decorazione.
L’albero di Natale, per come lo conosciamo noi, nasce probabilmente in Estonia nel 1441, nella città di Tallinn, dove un gigantesco abete era stato eretto nella piazza del municipio e attorno al quale ballavano tutti coloro che erano alla ricerca dell’anima gemella. Questa usanza si diffonderà poi anche in Germania, in Lettonia ed anche nell’Alsazia, dove una cronaca del 1605 riporta la notizia che i cittadini di Strasburgo avevano deciso di adottare la decorazione degli abeti negli interni delle case, facendo così propria questa nuova usanza.
Ancora prima dell’utilizzo dell’albero di Natale però si diffonde la consuetudine pagana di portare in casa, prima dell’arrivo dell’anno nuovo, un ramoscello “portafortuna”. Nel Medioevo inoltre vi è l’abitudine, secondo il “gioco di Adamo ed Eva”, di decorare, durante la vigilia di Natale, l’interno delle chiese ricostruendo il paesaggio del paradiso terrestre con diversi alberi da frutto in onore dell’abbondanza e del mistero della vita. Con il passare del tempo gli alberi da frutta vengono parzialmente sostituiti dagli abeti, anche detti in tedesco “Tannenbaum”. Questa particolare specie rientra nella categoria dei sempreverdi caratteristica che, secondo la leggenda, sarebbe stata attribuita all’abete da Gesù.
Ma il primo vero albero di Natale, così come noi siamo abituati a vederlo nelle nostre case, viene introdotto nel 1611 dalla duchessa di Brieg, in Germania: ella, decidendo di addobbare il palazzo in onore della festività, si accorse che un angolo del palazzo era rimasto sguarnito e si adoperò per coprire tale lacuna facendo trasportare un abete dal giardino del castello all’interno del palazzo.
Per molto tempo la tradizione dell’albero natalizio sarà caratteristica principalmente della zona a Nord delle Alpi in particolare del mondo protestante, conoscendo una successiva propagazione anche nei paesi cattolici nel corso del 1900.
Piccola curiosità: in Italia, il primo albero di Natale viene fatto erigere dalla Regina Margherita a metà dell’Ottocento al Quirinale; sarà da questo momento in poi che tale usanza si diffonderà in tutto il nostro paese, diversificandosi per certi aspetti, ma tenendo fede all’idea di fondo che ispira questa decorazione.
Ancora oggi possiamo affermare che l’albero di Natale è il vero protagonista di questa festività e, rallegrando l’atmosfera, ci permette di vivere più intensamente questo magnifico periodo dell’anno, che per i credenti corrisponde alla celebrazione della natività di Gesù, mentre per coloro che lo vivono come un semplice momento di pausa dopo un periodo alquanto stressante, può essere percepito come una celebrazione della felicità, della famiglia, della bellezza della vita nella sua massima espressione: l’amore.
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