di Emanuele Campiello
Cambia il governo e con esso, ovviamente in corso d’opera, cambiano anche le prove di valutazione degli studenti. Le novità non riguardano solo la tanto agognata maturità, ma anche le prove INVALSI, che si terranno in una finestra temporale tra il 4 e il 30 marzo.
Le materie prese in causa sono italiano, matematica ed inglese, in formule tutte diverse da studente a studente e svolte online. Ciò rappresenta un’incognita per la scuola perché non tutti gli istituti dispongono di attrezzature efficienti, pertanto viene spontaneo chiedersi se chi è nella posizione di verificare le conoscenze degli studenti sappia di quali mezzi dispongono veramente le scuole, specie nelle zone più disagiate della Penisola.
Parliamo ora dei test nello specifico, facendo però prima una precisazione, ovvero che per i maturandi di quest’anno scolastico essi non rappresenteranno un requisito d’accesso né influiranno sul voto finale. Sostanzialmente vuol dire che le nostre quinte faranno da cavie, mentre le prime vere vittime saranno le attuali quarte.
La prova d’italiano, come quella d’inglese, testerà le stesse competenze per ogni indirizzo di studi, mentre quella di matematica sarà composta da una parte comune a tutte e tre le tipologie di formazione secondaria (istituti professionali con licei non scientifici, istituti tecnici e licei scientifici) con l’aggiunta di una sezione di analisi matematica per i tecnici e di una di approfondimento contenutistico per gli scientifici. Il test di italiano, invece, consisterà in comprensione del testo e conoscenza/competenza grammaticale. Ancora diversa è la situazione del test di inglese, che mai prima d’ora era stato incluso in questo genere di valutazione. Qui, nelle due parti di reading e listening, il livello che si richiede è un B1-B2, ma attenzione, perché non c’è corrispondenza esatta con quello che siamo abituati ad affrontare a scuola, finalizzato a prepararci alle certificazioni. In questo caso nulla vieta che capiti un testo di livello più alto, poiché l’unica cosa garantita è che le domande riguarderanno i paragrafi di livello B1-B2. Peggio ancora per l’ascolto, dato che gli audio saranno conversazioni autentiche fra parlanti anglofoni di qualsiasi provenienza (con possibili rumori di fondo).
Le INVALSI, prima ancora delle citate criticità, sono già da molti anni a questa parte oggetto di forte contestazione. Esse dovrebbero rappresentare solo uno strumento per misurare il livello delle scuole italiane e non è chiaro come mai, sebbene non siano state concepite per valutare gli studenti, siano destinate a rappresentare una nuova prova per l’ammissione degli studenti all’Esame di Stato. Inoltre risulta poco chiaro il loro impiego dopo la scuola al termine dell’obbligo scolastico, proprio quando, cioè, stiamo studiando solo per noi stessi, specializzandoci in un campo da noi scelto come rilevante per il nostro futuro.
Le INVALSI sono dunque solo una delle tante problematiche legate al sistema scolastico italiano, che necessiterebbe di essere totalmente ripensato in funzione delle competenze richieste dal mondo del lavoro.
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