di studentessa (collaboratrice 2^C lsa)

Care (neanche tanto) cose che ogni minuto provate a farmi male, oggi ho deciso di aggredirvi io.

Sono ben consapevole che l’arrivo del coronavirus vi ha emozionate così tanto che avete deciso di venire ad attaccarmi in massa, una dopo l’altra, da ogni fronte; avete cercato di ferirmi, di tirarmi giù il morale e di spingermi a comportarmi in ogni modo a danno di me stessa. Ma lo sapete che voi siete parte di me, no? Ebbene ho deciso di trascinarvi con me e di sputarvi addosso tutta la positività che posso, ora che ho tempo di riflettere su come ferirvi,  scacciarvi via è impossibile. 

Pensavate che il coronavirus vi avrebbe rese più forti, ma ha reso più forte me.

Magari all’inizio sono stata male, sì, mi sono sentita sola, sì, mi sono sentita in gabbia, sì, sì, sì, tutto quello che volete, ma con questo tempo da sola, tutto questo tempo per me… Ben due mesi pensate, due mesi! Sono stati i due mesi più produttivi della mia vita, anche se il settanta per cento del tempo è trascorso distesa sul letto.

Mentre tutti parlavano di quanto fosse brutto non rivedere gli amici io mi sono distesa e ho pensato, ho ascoltato musica e ho pensato, a volte non ho fatto i compiti per pensare! E tutto questo pensare è servito eccome, perché a ogni lacrima io stavo meglio, io ho imparato, ho capito tante cose, e tutto questo solo grazie a questo apparentemente infinito lockdown, del quale ogni giorno sembra ripetersi, ma ogni giorno con qualcosa in più, almeno per me.

Al contrario di  quello che  tutti dicono, ovvero il fatto di aver capito l’importanza della compagnia degli altri, io ho capito l’importanza della compagnia di me stessa. È facile dire che ci mancano i nostri amici e che abbiamo capito quanto siano importanti; difficile è dire di aver capito l’importanza di sé stessi, ed è proprio ciò che mi mancava: mi mancava essere la mia migliore amica, amarmi e volermi bene, guardarmi allo specchio e accorgermi che prima degli altri ho bisogno di me stessa. Ho capito che io sto davvero bene da sola e che tutte le attività scolastiche che svolgevo per paura della solitudine mi portavano via tempo preziosissimo. 

Parliamo inoltre di come sto lentamente prendendo a calci la pigrizia. Perchè prima lei mi prendeva per lo stomaco e mi incatenava ad una superficie soffice, la sua unica gentilezza dopo aver picchiato forte. Ora mi sono allenata e lentamente sto diventando più forte io, è ora che il dolore allo stomaco e il freddo delle catene lo senta lei, perché io sono stufa.
Quando tutto questo finirà, voi, care, carissime cose che odio, cose che mi hanno resa quella che sono, quella che amo… Quando tutto questo finirà mi obbedirete come cagnolini sedendovi a terra e se a volte una di voi proverà a mordermi, saprò come curare la ferita ed il mio approccio non sarà più lo stesso, né con voi né con tutto ciò che mi circonda.
Ora tacete perché non voglio più essere triste per colpa vostra, per colpa mia.
Un carissimo saluto a me stessa e a tutte le parti che mi compongono.