di Nicole Zarpellon 4Clsa
Qualunque studente di quarta liceo incontra nel suo percorso di letture il capolavoro goldoniano La locandiera. Se ne leggono, più o meno spontaneamente, alcuni passi, si ha spesso l’occasione di vederne anche alcune messe in scena, grazie ai video proposti in rete. E ciò che inevitabilmente cattura, anche solo per “comodità di studio”, l’attenzione di noi studenti è, nel primo e nel secondo caso, il personaggio così controverso e sicuramente eccezionale di Mirandolina. La locandiera è una donna onesta, che fatica ogni giorno nella sua locanda, ma è anche dotata di grande fascino e di tutte quelle arti fascinatorie con le quali sembra, per gran parte della commedia, tenere testa a tutti gli uomini che le ronzano intorno. E’ insomma intraprendente e sorprendentemente moderna; ma proprio per questo, guardandolo con gli occhi della nostra società, viene da chiedersi chi è veramente Mirandolina?
Quel che stimo di più in lei è la sincerità, la sincerità di essere sé stessa. Mirandolina è così. È una donna indipendente, forte e soprattutto libera; libera da tutti i vincoli, libera di comportarsi come vuole, libera di dire ciò che pensa e libera di affrontare la sua vita da sola. Mirandolina è anche una seduttrice, o meglio, la sua personalità lo è.
Tutti gli uomini che incontra si innamorano perdutamente di lei, ma non esclusivamente per la sua bellezza, bensì per il fascino della sua essenza.
Perché lei non è come tutte le donne del suo tempo, lei è padrona di sé stessa a tal punto da eliminare i gradini che separano l’uomo dalla donna e porsi sullo stesso livello dell’ uomo per poi colpirlo dritto ai sentimenti più profondi.
Nell’opera teatrale, scritta da Goldoni, questa sottile differenza tra l’essenza seduttrice e la donna seduttrice non è subito evidente, ma la si scopre pian piano.
Durante la prima scena, nel dialogo tra il marchese e il conte, l’idea che lo spettatore si fa di Mirandolina è quella di una semplice locandiera che ha bisogno di denaro e di protezione. L’idea di una donna semplice e facilmente conquistabile con le cose materiali, si fa poi ancora più accentuata nel momento in cui entra in scena un terzo personaggio, il cavaliere. Egli sottolinea come per lui il valore della donna sia superfluo e insignificante, sminuendo il personaggio di Mirandolina.
Alla nona scena però, ella si libera, e col suo monologo, riesce a ribaltare la visione dello spettatore.
Quelli che mi corrono dietro presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo…godo della mia libertà.
Sono queste le parole di una donna che invece, a differenza di come la dipingono gli ospiti della locanda, non è attratta dalla ricchezza o dalla nobiltà, ma è attratta dalla sua stessa libertà. E così, la rivelazione inaspettata dell’essenza di Mirandolina, ci fa capire che gli uomini che l’hanno conosciuta e di cui si sono innamorati, in realtà non l’hanno conosciuta veramente. Essi pensano di essersi innamorati di lei per gli stessi motivi per cui ci si innamora delle altre donne, e dunque offrono doni, sfoggiano ricchezze e tutto ciò che può farli sentire dei pretendenti migliori degli altri.
Ma in realtà, essi si sono innamorati di quell’anima diversa, indipendente, forte e difficile da conquistare, di quell’anima a cui non interessa ricevere in dono cose materiali e concrete, ma di quell’anima libera.
Solo il cavaliere, che paradossalmente all’inizio era il più lontano da Mirandolina, durante il susseguirsi delle scene diventa sempre più simile ad essa. Il cavaliere forse, è un uomo orgoglioso e insicuro di sé stesso, e queste sue caratteristiche lo rendono un uomo apparentemente inconquistabile.
Egli non vuole sposarsi proprio come Mirandolina, forse perché anche lui desidera l’indipendenza o perché ha paura di innamorarsi o forse perché non ha mai provato un amore vero. Ed è proprio quest’ultimo elemento che accomuna Mirandolina e il cavaliere.
Un amore che sembra nascere durante il corso della storia, come se entrambi capissero i mondi l’uno dell’altra, come se una non riuscisse a resistere alla tentazione dell’altro. Ma ancora una volta, Mirandolina, non si innamora.
E così, nel momento in cui lo spettatore accetta l’idea di una sconfitta dell’animo libero di Mirandolina da parte dell’amore, l’ennesima prova dell’essenza indomabile di Mirandolina stupisce lo spettatore.
Una donna che sembra accontentarsi di essere apprezzata dagli uomini, si rivela una donna sempre in cerca della sua indipendenza, mostrando che può conquistare senza essere conquistata, che può essere corteggiata ma mai privata della sua libertà.
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