di Mauro Di Giandomenico
Cari copernicani, siamo prossimi alla parte finale di un altro anno scolastico e per la terza edizione dell’Intrepido vi propongo ancora una volta la mia Rubrica Musicale.
Premetto già che in questa puntata vi sarà una moltitudine di generi: spazieremo dal jazz al rock, per finire sul rap e sulla trap americana. Come chicca nuova vorrei consigliare anche un film musicale!
C’è davvero tanto di cui parlare per cui direi di iniziare subito.

“Whiplash” – Damien Chazelle (film)
Non ho mai inserito un film nella rubrica musicale e mai avrei pensato di farlo, per il semplice fatto che un film ha delle sue caratteristiche e per essere tale, molto spesso, nel caso parli di musica, si dà molto spazio alla recitazione e al messaggio che esso deve trasmettere. In questo caso, invece, l’aspetto musicale è perfettamente in linea con la recitazione a livelli stellari. L’incredibile interpretazione del duo di Miles Teller e dell’incredibile J.K. Simmons rende la visione e la trama del film avvincente, passionale e drammaticamente affascinante.
Il genere prediletto in questo film è il jazz. Non il classico genere che si sente quando si entra in caffetteria o in un tipico “loungebar”, bensì il connubio incredibile che c’è tra gli strumenti tipici del genere originario di New Orleans, quali gli ottoni, il pianoforte, un basso e l’immancabile batteria (elemento protagonista del film).
Consiglio la visione perché, specialmente per chi è appassionato “fino al midollo” dell’universo musica; può essere d’ispirazione o addirittura di motivazione per un momento non propriamente migliore nella crescita personale con il proprio strumento:dato che uno dei messaggi del film è quello di perseverare, nonostante le avversità, per raggiungere i propri obiettivi, lo consiglio vivamente.


Blackbird – The Beatles
Canzone iconica che fa parte di uno degli album più ascoltati nella storia della musica del gruppo più famoso al mondo.
Ci spostiamo nel tempo e nello spazio, tornando alla Liverpool degli anni Sessanta: i Beatles. Hanno segnato l’inizio di una nuova era, portando nuovi suoni, nuove idee e nuovi valori in un mondo che risultava “grigio” e “triste”.
Questa canzone è stata il frutto di un’ispirazione nata da McCartney in persona, che un giorno è stato svegliato dal cinguettio di un merlo e l’ha portato a scrivere una canzone basata su una metafora che esprime il risveglio interiore di noi stessi.
La melodia, che accompagna il messaggio splendido, è caratterizzata dall’arpeggio molto ritmico di due chitarre che giocano su una nuova tecnica tipica degli anni Sessanta: schiacciare una corda sul manico e far scivolare il dito che tiene la corda lungo tutta la tastiera, per creare un suono di ascesa o di discesa uniforme e piacevole. Si tratta dello “sliding”, appunto per sottolineare il fatto che il dito scivola sul manico della chitarra.
A mio avviso, questa è la canzone perfetta da ascoltare durante una passeggiata in una giornata primaverile in un luogo preferibilmente naturale, per immedesimarsi totalmente nel testo e gustarsi al meglio la melodia soave e andante.


Supervillain – Playboi Carti
Andiamo avanti di 60 anni e ci troviamo in America, più nello specifico a Riverdale.
Playboi Carti, noto rapper molto affermato nella scena statunitense da ormai quasi 10 anni, ha una delle community migliori al mondo: questa canzone, frutto del lavoro di alcuni suoi fan, ha spopolato su Youtube e Soundcloud, riuscendo a raggiungere quasi mezzo miliardo di streams sulle due piattaforme assieme.
I fan di questo rapper hanno campionato alcuni versi di svariate canzoni di Playboi Carti e hanno aggiunto una delle migliori basi musicali nella storia della musica, a mio parere.
La traccia inizia con un’orchestra in crescendo e sfocia poi nel beat energico con una qualità di produzione incredibile. Cash Carti ha inserito i “bassoni” tipici della musica phonk (genere ispirato al rap tipico di Memphis, che ha come caratteristica fondamentale quella di essere un genere incredibilmente dinamico e particolarmente energico, con una forte presenza di casse, o kick, rispetto al normale).
Penso che la canzone in sé sia un capolavoro dal punto di vista della produzione, e non sono l’unico: tantissimi altri fan hanno espresso il loro particolare apprezzamento per la canzone, a volte anche in modo molto “colorito”, definendo ironicamente il creatore di questa canzone loro “padre” biologico.


Hope – XXXTentation
È una delle canzoni più apprezzate dell’artista per eccellenza, il più presente in questa rubrica (anche perché sono di parte). Con il suo miliardo e cento milioni di streams solo su Spotify, “Hope” ha conquistato il cuore di ogni fedele ascoltatore di uno degli artisti più straordinari della storia della musica.
Oltre ad un testo che tocca le corde della sensibilità umana nel modo più intimo immaginabile, questa canzone è una vera e propria “hit” anche dal punto di vista della base: dal sample della melodia principale, che è un flauto reversato e sdoppiato, al bellissimo 808 digitale che scandisce il tempo, accostato a un kit di hi-hat acuti per far scuotere la testa.
Semplicemente è incredibile la voce di XXX che intona le rime più iconiche, probabilmente, della sua carriera: “Okay, she keep cryin’, she keep cryin’ every single night, day and night, on my mind, please don’t kill the vibe. Oh no, I swear to God, I be in my mind. Swear I wanna die, yeah, when you cross my-”.
Questa canzone il cantante la dedica a tutti i bambini che sono morti nella sparatoria di Parkland, avvenuta il 14 febbraio del 2018, in cui un uomo armato ha fatto irruzione in una scuola superiore seminando 17 vittime.
XXXTentation esprime tutto il dolore che ha provato alla notizia del massacro e l’autore cerca nel suo testo di accomunare il suo dolore con quello delle famiglie delle vittime.
A questa canzone non posso fare altro che dare un 10 pieno, perché penso che una volta nella vita chiunque debba sentirla appunto per il bel significato che trasmette. XXX è un artista incredibilmente particolare, pieno di sfaccettature e, nonostante i suoi 22 anni di vita (purtroppo è morto nel 2018), ha portato e affrontato temi che neanche una persona di cent’anni immaginerebbe, per cui penso che ognuno dovrebbe conoscerlo un po’ meglio, a partire da questa canzone.


Reputation – Post Malone
Post Malone, con il suo ultimo album “Twelve Carate Toothache”, uscito nel 2022, ha confermato la sua grandezza: Produzioni e featuring incredibili, nuovi sound e nuovi generi in sole 16 canzoni per un totale complessivo di 49 minuti e 33 secondi di riproduzione. Un album candidato al Grammy Award e certificato diamante RIAA contiene una perla: “Reputation”.
Il primo brano in ordine di riproduzione del disco riassume le sfaccettature del percorso verso la celebrità.
Post Malone dichiara specialmente nel ritornello che il suo destino è quello di essere un “cattivo ragazzo”, perché questo è ciò che il pubblico si aspetta dalle star, e, di conseguenza, il volere del pubblico va rispettato: “Take my own life just to save yours. Drink it all down just to throw it up. Take my own life just to save yours (just to save yours). Take my own life just to save yours. I got a reputation that I can’t deny, You’re the superstar, entertain us (entertain us)”.
Questo dramma interiore del cantante viene accompagnato anche dalla straordinaria strumentale che compone e completa questa canzone al meglio. Sono bastati un pianoforte riverberato e un basso per rendere unico un brano così intimo e così personale.
Do un 9 a questo brano che spero piacerà a tutti.

La rubrica musicale termina qui anche questa volta e ritornerà la prossima edizione con l’aggiunta di una canzone scritta, cantata e co-prodotta da me!
Ci sentiamo alla fine dell’anno copernicani, stay tuned ;)
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