di Mattia Piccoli
Sole è la stella più vicina a noi, l’unica di cui possiamo osservare dettagliatamente i fenomeni, ma cos’è? Nella nostra mentalità siamo da sempre abituati ad immaginarlo e rappresentarlo come un disco giallo con tanti raggi intorno e magari con una bella faccina sorridente. In verità è qualcosa di un po’ più complesso. Iniziamo dicendo cos’è. Sole, come ogni stella, è un’enorme palla di gas (perlopiù ionizzato) che da solo contiene più del 99% di tutta la massa del Sistema Solare ed ha un raggio 109 volte quello della Terra. Brilla perché al suo interno la pressione e la temperatura sono così elevate da permettere la fusione nucleare che produce, partendo da quattro protoni, un nucleo di elio ed energia. Un dubbio qui però è lecito: se Sole è una gigantesca palla di gas, perché quando lo ammiriamo al tramonto non osserviamo un batuffolo rosso con dei margini indistinti ma vediamo un bel cerchio dai margini netti e ben definiti? La risposta è relativamente semplice. Quando un gas è sotto forma di plasma appare ai nostri occhi opaco, pertanto non viene attraversato dalla luce visibile; un gas neutro invece è trasparente. La temperatura di Sole, più ci si allontana dal suo centro, più si abbassa. Ad una certa distanza dal centro, le temperature sono troppo basse perché la materia si presenti sotto forma di plasma, con gli elettroni cioè distaccati dai nuclei degli atomi; ci sarà quindi uno strato di transizione composto in parte da plasma e in parte da gas neutro. Lo spessore di questo strato è di soli 500 km che, rapportato alle dimensioni di Sole, è davvero infimo. Ciò lo rende poco evidente ma lo restituisce all’occhio umano come un bordo netto e ben delineato. Questa zona è definita la superficie di Sole ed ha una temperatura media di circa 5778 K. Il suo nome è fotosfera, che è il luogo in cui si formano le macchie solari, ovvero delle regioni le cui dimensioni possono superare la misura del diametro terrestre e dove la temperatura si aggira intorno ai 5000 K.
In esse il flusso di energia proveniente dagli strati inferiori viene ridotto dai campi magnetici che si formano grazie ai moti convettivi del plasma posto al di sotto della superficie solare. Gruppi di macchie solari possono raggiungere, in casi eccezionali, estensioni così ampie da poter essere notate anche ad occhio nudo durante il tramonto. Questi casi si verificano perlopiù durante i massimi solari, ovvero dei periodi durante i quali l’attività solare è particolarmente intensa. Essi si verificano ogni undici anni circa (il prossimo sarà nel 2025). Al di sopra della fotosfera è situata la cromosfera, una zona con una temperatura più alta della fotosfera e all’interno della quale la materia si presenta sotto forma di plasma. Questo viaggia, attraverso l’atmosfera solare, all’interno delle cosiddette bottiglie magnetiche, formate da un insieme di linee di campo magnetico. Finché le linee reggono, trattenendo il plasma nella cromosfera, potremo osservare una protuberanza, ovvero una struttura di gas ionizzato in continuo divenire ma che resta nella sua posizione nel breve tempo e che non ha mutamenti improvvisi. Se le linee di campo magnetico “cedono”, assisteremo invece ad un’eruzione solare con un’emissione di una grande quantità di energia e il rilascio nello spazio interplanetario di parte o di tutta la protuberanza.
Per chi volesse cimentarsi nell’osservazione di Sole
Sole è il corpo celeste più brillante, quindi osservarlo senza dovute protezioni non è un’idea geniale ed è fortemente sconsigliato! Esiste, però, un modo semplice e pratico per osservarlo in sicurezza: basterà dotarsi di un binocolo o di un piccolo telescopio (a lenti) e di un foglio bianco. Dopo aver puntato Sole, senza però guardarlo in nessun modo (MI RACCOMANDO), bisognerà proiettare la sua immagine sul foglio, così da poterla osservare e notare eventuali macchie più grandi.
Secondo la IAU (Unione Astronomica Internazionale) per Luna, Sole e Terra non va utilizzato l’articolo determinativo, così come si fa per tutti gli altri corpi celesti.
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