di Lavinia Fortunato Roverano
Il 24 febbraio 2023 la schermata del mio telefono si è accesa: una notifica di Whatsapp.
Alzo lo schermo per riuscire a vedere la scritta. Era un messaggio della mia migliore amica: “Maurizio Costanzo è morto”.
In testa mille ricordi si condensarono fino a farmi venire in mente il discorso che mi aveva fatto mia madre durante un sabato sera mentre aspettavamo la fine della pubblicità che ci separava dal nostro programma preferito.
“Sai, Lavi, Maurizio Costanzo per le persone dei miei anni ha avuto un ruolo fondamentale. Grazie a lui e alle puntate del suo programma televisivo iniziai a non sentire la politica così lontana come un’adolescente di 16 anni sente normalmente.
Le interviste con personaggi interessanti e divertenti permettevano al programma di non risultare pesante, ma allo stesso tempo si potevano trovare temi di attualità”
Ecco il motivo per il quale sono qui a raccontarvi di lui, della sua vita, ma soprattutto di come è riuscito a dare tanto.
Maurizio, nato il 28 agosto 1938 a Pescara, è figlio di un impiegato al Ministero dei Trasporti (Ugo Costanzo) e di una casalinga (Jole De Toni) .
A soli diciotto anni entra per la prima volta in una redazione, quella del giornale “Paese Sera”.
Molto importante nella vita degli italiani è il settimanale “Grazia”, di cui Maurizio Costanzo è il caporedattore. Mediante esso egli riuscì ad avvicinare il pubblico creando un rapporto giornale-lettore più stretto e solido fidelizzando coloro che lo leggevano, probabilmente per la prima volta in assoluto, grazie all’invio di una cartolina allegata al giornale. Barbara Palombelli, durante una puntata dello “Sportello di Forum” in onda su Rete 4, dice addirittura di aver imparato a leggere servendosi degli articoli pubblicati su Grazia.
La vita di Maurizio Costanzo non fu però tutta rose e fiori. Fra le sue disavventure ce n’è una in particolare.
Il 14 maggio 1993 a Roma un’autobomba esplode al passaggio della sua macchina. Il giornalista in televisione aveva osato augurare il cancro ai boss responsabili degli omicidi dei magistrati Falcone e Borsellino.
L’attentato fu compiuto da esponenti di Cosa Nostra, la mafia siciliana, su ordine di Totò Riina, capo della banda vincente dei corleonesi e a quel tempo a capo anche della cosiddetta Cupola, il gruppo che riuniva le famiglie mafiose della Sicilia.
Nel 1987 inizia l’appuntamento serale a cadenza quotidiana con il programma “Maurizio Costanzo Show” (in onda già dal 1982).
Con esso, rimanendo per trent’anni al Teatro Parioli di Roma, di cui Maurizio era anche direttore artistico, superò ogni record di longevità di un programma TV.
Momenti felici per Maurizio Costanzo si trovano anche con l’entrata in scena di Maria de Filippi. Ce lo ricordano, infatti, le parole da lui espresse durante un’intervista: “Lei rappresenta la donna più importante che abbia mai incontrato. Sei la donna nella cui mano vorrei morire”.
Maurizio Costanzo si spegne all’età di 84 anni lasciando bei ricordi nel cuore di sua moglie, dei figli, delle persone che l’hanno potuto e voluto vivere.
Ecco come le persone lo hanno voluto salutare e ricordare: “Ho sempre pensato che questo giorno non sarebbe arrivato mai. Per la persona che sei, la cultura che hai sempre elargito e la tua sagace ironia, questo paese perde TANTISSIMO. […] Eri Vita. Buon viaggio” dice Simona Ventura.“Ha rivoluzionato la comunicazione e la tv in Italia, senza mai mettere da parte l’impegno civile fino a sfidare senza paura la mafia, rischiando la sua stessa vita. Con Maurizio Costanzo se ne va un pezzo di storia culturale del nostro Paese” dice Giuseppe Conte.
La lontananza improvvisa di una persona dalla vita quotidiana è difficile ma Ugo Foscolo disse: “ Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda”.
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