di Alessio Zulian 3D
Questa è rimasta la storia di una persona sola, di un ragazzo qualunque, per molto tempo: circa dieci anni. Dopo così tanto tempo, non si sarebbe mai aspettato di ricevere una bella lettera con la quale veniva ufficialmente invitato al matrimonio di Amanda Franceschini, quella sua compagna di classe, che non sentiva nominare da tempo, ma che non avrebbe mai potuto dimenticare.
Quella lontana estate aveva tanto sofferto per non essersi dichiarato, aveva immaginato i migliori scenari che avrebbe potuto vivere con lei, se solo avesse avuto un po’ di fegato in più. Quando arrivò settembre decise che si era pianto addosso abbastanza e tentò di dimenticarla. I primi mesi in classe furono terribili: era sempre lì, gli bastava voltarsi per poterla ammirare di nascosto, facendo finta di cercare qualcosa nello zaino; aveva sempre l’occasione di parlare con lei e la sua voce, così delicata, lo riusciva a tranquillizzare anche nelle giornate in cui era più nervoso. Col tempo riuscì a dare sempre meno ascolto a quel vortice di emozioni che lo travolgeva quando lei gli si avvicinava, fino a ignorarlo. Però restava sempre in sottofondo, come un ronzio. Grazie al suo autocontrollo riuscì a mantenere un buon rapporto con lei per tutte le superiori: erano ottimi amici, ma non uscirono quasi mai da soli. Sempre integrati in un gruppetto di altre due o tre persone, poiché temeva che, in caso contrario, sarebbero riemersi gli antichi sentimenti. Dopo l’esame di maturità persero i contatti, poiché lei intraprese un percorso universitario all’estero, incontrandosi solamente a qualche cena con gli ex-compagni.
Essere fra gli invitati inizialmente lo aveva turbato, ma pensò che se lei lo avesse escluso da quella tappa importante della sua vita, si sarebbe sentito tradito, nonostante non avessero più un rapporto stretto come quello delle superiori.
Durante la cerimonia accadde qualcosa di veramente inaspettato, qualcosa di inimmaginabile, addirittura spaventoso, proprio quando il celebrante stava per dare inizio allo scambio delle promesse matrimoniali. Infatti, appena prima, è solito usare un’antica espressione, che nel passato serviva a proteggere il contratto matrimoniale, ma che oggi ha solo un valore simbolico: “se qualcuno ha qualcosa in contrario, parli ora o taccia per sempre”. Quelle parole non avevano alcun significato, ma entrarono nelle sue orecchie con una violenza inaudita. Fu scosso il suo intero corpo, tanto che si dovette appoggiare al bancone. Gli sposi si voltarono verso le navate della chiesa sorridendo, per accertarsi ironicamente che nessuno avesse qualcosa da dire. In quel momento lo sguardo di Amanda si incrociò con il suo. Esattamente come era successo appena prima che le cadesse una gocciolona di pioggia sul naso, come quando l’aveva aiutata a non cadere durante l’escursione a cima Tosa, come quel fatidico primo giorno di scuola in cui si era perdutamente innamorato. Quel ronzio che aveva fatto così tanta fatica a ignorare e che finalmente credeva silenziato, d’un tratto, riemerse prepotentemente. Non riusciva a capire come fosse possibile una cosa del genere: dopo di lei credeva di essersi innamorato di nuovo. Aveva avuto diverse ragazze, anche se nessuna di loro era stata in grado di intrecciare la propria storia con la sua, che era rimasta quella di un ragazzo qualunque. La sua visione dell’amore non era più quella incantata di un sedicenne: aveva sperimentato l’ebbrezza di tradire, la frustrazione di scoprire un tradimento, la gelosia, l’indifferenza che può sorgere in un rapporto che sembrava promettente e l’abbattimento nel sentirsi costantemente privato di quell’amore angelico e puro che sognava alle superiori. L’immagine di questa purezza era stata sepolta, con il passare degli anni, a fianco al ricordo di Amanda, che era rimasto incorrotto dai difetti che caratterizzano gli amori che si concretizzano.
Il desiderio di rivivere quel sentimento puro lo obbligò a mordersi la lingua per evitare di urlare a squarciagola una risposta inaspettata alla domanda retorica del celebrante:
“Io! Io mi oppongo a questo matrimonio!”
Strinse così forte i denti che sentì il sapore metallico di sangue in bocca.
Finalmente gli sposi furono dichiarati marito e moglie. Scaturirono gli applausi e la folla si riversò al di fuori della chiesa, per prepararsi a lanciare il riso. Anche lui voleva prendere parte a questa tradizione, per distrarsi dal tumulto che aveva in testa: stava rivivendo qualcosa che lo aveva ferito, ma per cui sembrava valere la pena soffrire. Un ricordo, il ricordo di un amore che sembrava aver dimenticato e che ora desiderava con tutto il cuore.
Qualcuno lo risvegliò dal suo flusso di pensieri toccandogli la spalla. Una ragazza, bellissima, gli stava porgendo un sacchettino colmo di riso: aveva notato il suo sbandamento in mezzo a quella folla e lo aveva coinvolto, salvandolo dall’imbarazzo di essere l’unico a non lanciare il riso.
Essere salvato. Di questo aveva bisogno. La dolcezza con cui gli aveva consegnato il riso, in mezzo alla confusione del corteo, lo aveva spiazzato. Si era allungata verso di lui, come per lanciargli un salvagente. Gli aveva dato un appiglio, lo aveva fatto respirare. Sperava di rivederla a pranzo, di riuscire a parlarle, magari cominciando dal ringraziarla per il riso offerto, e conoscerla meglio. Sembrava impossibile, ma proprio al matrimonio di Amanda, stava rivivendo ciò che aveva provato conoscendola.
Quella era una ragazza qualunque, ma sentiva il bisogno di provare a inserirla nella sua storia. Chissà, forse aveva finalmente trovato la chiave, per rendere questa storia, la storia di due ragazzi qualunque.
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