di Lorenzo Della Savia

La youtuber Luvisoni: “Serve sensibilizzazione dell’insegnamento dell’utilizzo dei social”. Andreetta (Iene): “Fake news? Colpa di chi condivide leggendo solo i titoli”. Il mondo della connessione tra rischi ed opportunità.

Un’occasione per affrontare a 360 gradi i temi relativi ai rischi e le opportunità della rete, con l’intento di sviscerare ogni aspetto del tema della connessione e di fornirne una panoramica quanto più completa. Con questi presupposti si è tenuto al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, lo scorso 18 novembre, l’evento #Connessi18.

Organizzato dal Messaggero Veneto-Scuola in occasione del diciottesimo anniversario dalla creazione dell’inserto realizzato dagli studenti degli istituti di Udine e Pordenone, l’evento – durato tutto l’arco della mattinata – ha visto la partecipazione e gli interventi di numerosi ospiti.

Esperti di social, una youtuber ed un agente della polizia postale hanno tenuto acceso il dibattito su uno dei temi che – quasi ineluttabilmente – riguarda tutti quanti nel quotidiano. Ad aprire le danze – dopo lo sketch di Gian Paolo Polesini ed i saluti di Omar Monestier e Giuseppe Morandini, rispettivamente direttore del Messaggero Veneto e presidente della Fondazione Friuli – è stato l’intervento del primo ospite, conosciuto come “il professore più giovane d’Italia”. Si tratta di Davide Dal Maso, che a 21 anni insegna ad usare i social network facendo il Social Media Coach, e che ha recentemente tenuto una lezione all’Università di Padova che lo ha portato ad essere il docente più giovane di sempre. Dopo il suo discorso, durante il quale ha parlato di come abbia trasformato la sua passione per i social in un vero e proprio lavoro, il testimone è passato agli altri ospiti.

A prendere la parola è stata dunque la youtuber Alice Luvisoni, la quale – parlando della sua attività – ha raccontato di come ci sia il “bisogno di un continuo rinnovamento” e di una “sensibilizzazione dell’insegnamento dell’uso dei social”, ed ha spiegato come la sincerità sia l’ingrediente di cui non si può fare a meno, siano le telecamere accese o spente.

Si è poi entrati nel dibattito vero e proprio, che ha coinvolto Luca Penna (agente della polizia postale) e Max Belloni (in arte Max Andreetta), autore de “Le Iene”. Si è spaziato tra rischi ed opportunità del web. Giacomo Trevisan – un altro dei protagonisti del dibattito – ha fatto notare come “l’uso eccessivo dei social ci toglie la capacità di attendere e di stare soli” ed ha messo in guardia gli spettatori spiegando che “conoscere queste tecnologie significa imparare quando usarle. La sfida è selezionare le informazioni e gestire una tecnologia potentissima che ci rende consapevoli delle nostre impressioni”. Tra i maggiori rischi della rete si annovera anche quello della diffusione di notizie false, di quelle fake news a cui è dedicato dello spazio anche all’interno di questa edizione: “Una delle cause più grandi delle fake news è la condivisione spasmodica di articoli di cui si legge solo il titolo” spiega Max Andreetta. La priorità, infatti, deve essere sempre quella di “pensare prima di pubblicare”.

Non solo rischi, anche opportunità. Lo ha spiegato Simone Puksic, presidente dell’Insiel: “Il digitale è la più grande opportunità della vostra vita – ha affermato, rivolgendosi ai ragazzi in sala – Il digitale porta innovazione e sviluppo”. Sempre secondo lo stesso Puksic, bisogna “credere nel futuro”, ed ha invitato i giovani a darsi da fare e ad essere curiosi, poiché “Servono talenti: è difficilissimo trovare persone qualificate e solo la nostra generazione può fare il cambiamento”. Anche Paolo Ermano ha invitato i presenti alla curiosità, parlando della connessione col mondo del lavoro: “Il primo consiglio che vi do è osservare, partecipare attivamente al cambiamento: voi avete i mezzi, sfruttateli. Il mondo è pieno di competenze, serve qualcuno che sappia capire come cambia il mondo – ha dichiarato rivolgendosi ad ogni studente. – Ci sono addirittura aziende che forniscono lumache agli chef stellati. Il mondo è pieno di specialisti e carente di persone che riescano a prevederne le dinamiche”.

In chiusura, qualche battuta finale con Antonio Giusa dell’Erpac: “Cerchiamo di collegare il digitale con il mondo della cultura. L’obiettivo è far conoscere alla gente gli eventi, senza renderli troppo noiosi”.