di Riccardo Sidoti

Matteo Restivo oggi studente di medicina all’università di Firenze che poche settimane fa, a Riccione, ha realizzato il record italiano nei 200 metri in 1 minuto 56 secondi, oltre ad essere essere un campione di nuoto può vantare di essere stato, come noi, un copernicano.

Il suo obiettivo fin da ragazzo non è solo dare il meglio in vasca ma dimostrare che un atleta del suo livello può proseguire gli studi senza abbandonare la sua passione.

Chiunque senta la sua storia si domanda com’è possibile tale impresa: noi gliel’abbiamo chiesto …

Partiamo con una domanda classica: come ti sei avvicinato al Nuoto, quando e come si è accesa la passione per questo sport, ci sono stati episodi significativi? Raccontaci la tua esperienza …

In ogni intervista i miei genitori raccontano che avevano capito la mia passione per l’acqua già da quando in estate passavo le mie giornate al mare su una ciambella gonfiabile … detto questo mi sono avvicinato al nuoto quando ero ancora piccolo: ha 3 anni ho incominciato facendo i primi corsi a Lignano.

Da lì ho proseguito facendo mille sport (basket, ginnastica, tennis … )  senza mai smettere di fare nuoto fino a 12 anni quando ho scelto di impegnarmi quotidianamente in questo sport.

Per aver raggiunto simili risultati devi esserti allenato molto, ciò che ci incuriosisce è sapere come riesci a conciliare quotidianamente questo impegno con lo studio; non dimentichiamo infatti che, oltre ad avere una brillante carriera sportiva, stai anche seguendo un corso di Medicina all’Università. Come si struttura di conseguenza la tua giornata tipo?

Come dici tu l’impegno è sempre stato oggettivamente notevole. Ora che sono all’università, nonostante il carico di studio sia notevolmente aumentato, riesco ad organizzarmi meglio. La mia giornata comincia con un’ora di palestra (tranne il martedì giovedì e sabato), poi mi dirigo all’università, dove rimango fino alle 16 quando parte  il mio allenamento pomeridiano di due ore.

Quando sei all’università, però, un paio di ore di studio al pomeriggio non bastano: ogni giorno infatti, finito l’allenamento, devo tornare sui libri e la domenica è un giorno di pausa … ma solo dal nuoto, mentre per lo studio è il giorno più intenso.

Prima di diventare il campione che sei oggi anche tu sei stato un ragazzo come noi e anche al tempo immaginiamo avrai dovuto fare molti sacrifici. Sei sempre riuscito a conciliare lo sport con la scuola;  in particolare, il “Copernico” ti ha aiutato o ostacolato in questa impresa?

Sì, è vero perchè comunque lo stesso numero di gare e di allenamenti che faccio oggi li facevo quando ero al Liceo.

Devo dire che non sono mai stato uno studente modello: a causa della mia natura esuberante tendevo a ricevere una sfilza di note e poi a livello didattico non ho mai raggiunto ottimi risultati, anzi nelle materie che non abbracciavano i miei interessi tendevo a fermarmi alla sufficienza.

E come vi avevo anticipato penso che conciliare sport e studio alle superiori sia più difficile che all’università nonostante un esame sia molto più complesso da preparare rispetto a una verifica queste ultime soprattutto negli ultimi anni del liceo  erano quasi quotidiane, quindi difficili e lo studio più difficile da organizzare.

Non tutte le persone che ho incontrato nel corso degli studi mi hanno sostenuto, per fortuna però ho trovato sostegno in alcuni miei professori che comprendevano l’impegno che mettevo nello sport. Ricordo in particolare i prof. Cojutti e Vianello e le professoresse Trevisan, Felli e Olivo. Fondamentale è stato l’appoggio anche da parte dell’ex-Dirigente del Copernico Andrea Carletti e dalle sue collaboratrici Capuzzo e Clocchiatti.

Oltre a questo cosa ricordi del nostro Liceo? Essere un copernicano è stata un’esperienza positiva?  

Mi considero un copernicano doc. anche mio fratello si è diplomato qua e come me è uscito innamorato dall’atmosfera che c’è nella scuola.

In conclusione possiamo dire che hai svolto un percorso davvero ammirevole con passione e dedizione, che consiglio ti senti di dare agli studenti per prepararsi al loro futuro?

Può sembrare banale, ma il consiglio migliore che ho da darvi è: credeteci!

Credete nella realizzabilità e nella bellezza dei vostri sogni così avrete la determinazione necessaria per raggiungerli.

Mi sono sentito dire che non sarei mai riuscito a conciliare lo studio con la mia passione … e invece eccomi qua, ho avuto qualche difficoltà alle superiori ma ora ho la media di 27 trentesimi, non sono indietro con gli esami e sono il più forte italiano di sempre nei 200 metri.

Ripeto che non penso di essere dotato di superpoteri, sono solo molto tenace e consiglio di esserlo anche a voi.  Trovate la vostra strada inseguite le vostre passioni e soprattutto non abbiate mai paura di fare fatica.

A Matteo dal Copernico un grande “in bocca al lupo” per le prossime gare e per la sua carriera!