Cosa hai fatto tu all’interno della Consulta?
In questi due anni di Consiglio di Presidenza mi sono potuto occupare di differenti tematiche entro cui poter sviluppare delle progettualità e dei piani d’azione: dall’attuale PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), di cui sono stato garante, quale membro della commissione regionale per un disegno di legge e principale formulatore del tavolo regionale di lavoro per la commissione parlamentare, fino al diritto allo studio, in favore del quale l’approvazione dei tagli ai costi di trasporto è stata, dopo anni di insistenze e proposte di legge, una ventata di aria fresca.

 Sono stato direttore della commissione stampa, collaborando anche con Telefriuli nella direzione del programma TG Studenti e nella messa in onda di Effetto Friuli Giovani.


Di che cosa ha bisogno il Copernico in questo momento da parte dei rappresentanti della Consulta?
Quali sono le qualità richieste per essere un buon rappresentante?
Il Copernico ha bisogno di persone che riescano a vedere in un’ottica universale gli avvenimenti che si possono presentare in molteplici forme, che riescano a captarli e comprenderli per agire di conseguenza. Queste persone devono tassativamente informarsi sulla realtà che li circonda appassionandovisi, non dimenticandosi di essere portavoce istituzionali di una categoria (gli studenti) che ha solo loro per rappresentarsi al di fuori dell’ambito partitico. Devono saper sfruttare ogni occasione che possa venire incontro a loro, tentando anche di capire le evoluzioni dei fenomeni politici che oggigiorno vedono impegnati in prima linea i giovani.


Che cosa ti è rimasto da questa esperienza? Qual è il suo valore?
Un valore umano e formativo straordinario. Da delegato per le commemorazioni afferenti alla Memoria e alla Liberazione ho potuto rintracciare un’eredità lasciata da un mio caro. Da mediatore tra CPS (Dipartimento di Culture, Politica e Società) e FFF (Friday For Future), così come tra CPS e organizzatori della protesta per l’esame ed il diritto allo studio, ho potuto confrontarmi con una rinata coscienza politica dei giovani.

Lascio mio malgrado un mandato che mi ha letteralmente assorbito e cambiato, un po’ come questi ultimi due bellissimi anni.


Un consiglio per i futuri rappresentanti?
Mi vorrei rivolgere direttamente a loro, con l’augurio di svolgere un mandato da ricordare: dovete appassionarvi a ciò che fate nella misura in cui la mediazione tra responsabilità e coscienza individuale possa permettervi di parteggiare per una causa in cui credete. Candidatevi sin da subito in Consiglio di Presidenza e state poi
attenti ai giochi politici che sono avvenuti e avverranno in misura ancor più imponente: non permettete ad alcuna realtà giovanile eterodiretta politicamente di ridurre la Plenaria a luogo di passivismo e abulia.