di Tommaso Scarabelli
I copernicani Michele Lizzit (5^E) e Sebastiano Riebler (5^F) hanno realizzato interamente da soli uno skateboard elettrico unico nel suo genere. Ecco cosa ci hanno detto sul loro lavoro.
Quando e come vi è venuto in mente di creare uno skateboard elettrico?
Riebler: A Inspyre 2017. Io ne avevo già parlato con Michele e avevamo già pensato a come elaborarlo. Abbiamo ripreso a lavorarci su per il Maker Faire di Roma.
Lizzit: Volevamo presentarlo per la prima volta al Maker Faire, ma poi per vari contrattempi non siamo riusciti ad andare a Roma.
Una foto dello skateboard
Come funziona?
Riebler: Lo skate è diviso in una parte elettronica e una parte meccanica. La parte meccanica trasferisce la potenza del motore alle ruote. Il motore elettrico invece è alimentato da due batterie in serie e viene calibrato da un regolatore di velocità tramite un telecomando che, attraverso frequenze radio, gestisce la velocità del motore.
Lizzit: In alternativa stiamo pensando di sviluppare un sistema basato sulla distribuzione del peso e su dei sensori di pressione sulla tavola, in modo da tenere le mani libere.
Riebler: In pratica, molto semplicemente, se si preme in avanti si accelera, se si preme indietro si frena.
Quali sono le sue caratteristiche principali?
Riebler: Come skateboard elettrico è motorizzato. A differenza degli skateboard elettrici è molto più potente, è fatto in casa ed ha un range molto più ampio. Inoltre abbiamo realizzato una tavola, un deck, in composito tra legno e carbon Kevlar.
Lizzit: Ci sono delle funzionalità software che sono ancora in fase di sviluppo.
Come vi siete organizzati e messi d’accordo per il progetto?
Riebler: Il progetto è nato con l’idea di essere portato al Maker Faire e Michele mi ha contattato subito per sapere se potevamo realizzarlo insieme. Io ho compreso tutte le componentistiche e ho fatto la parte elettrica, il motore. Michele invece mi ha aiutato con le istruzioni visto che è più esperto di me nella sezione tecnica.
Lizzit: Io mi sono concentrato sulla stockware multicollaborativa, un tipo di software, e quindi anche sull’app che è necessaria per controllare lo skateboard e il computer di bordo.
Avete incontrato grosse difficoltà nell’elaborazione del progetto?
Riebler: Per noi è un campo nuovo, le difficoltà ci sono sempre. Adesso ad esempio stiamo cercando di risolvere il problema del controllore di velocità per migliorarlo e renderlo più efficiente.
Come avete fatto a trovare i materiali e a mettere insieme i vari pezzi?
Lizzit: I materiali si trovano molto semplicemente su Internet, sono molti i siti su cui poter cercare e trovare le varie componenti.
Riebler: Ci sono molti siti di modellistica che ci hanno aiutato. Ci sono anche numerose guide, noi abbiamo fatto una prova perché appunto è la prima volta.
Siete stati i primi ad aver realizzato un prodotto con queste caratteristiche?
Riebler: Sono già presenti in commercio skateboard elettrici molto potenti e con range molto ampio. La particolarità del nostro è la velocità, che riesce a superare i 40 km/h. Noi in un certo senso abbiamo overpowerizzato un normale skateboard elettrico.
Lizzit: Poi c’è tutta la questione legata al software e alla commercializzazione: non abbiamo notizie di skateboard con le stesse potenzialità del nostro.
Riebler: Il motore è molto più potente di quelli che vengono utilizzati normalmente e le tensioni di corrente, il voltaggio, sono molto più alte.
Lizzit: La batteria ha anche una capacità in media maggiore rispetto agli altri. Il nostro skateboard è stato pensato anche per far concorrenza agli altri già in commercio.
Gli avete dato un nome?
Riebler e Lizzit: Non ancora.
Perchè proprio uno skateboard?
Riebler: Io facevo già le tavole normali di longboard (una variante più lunga di skateboard) in una mia piccola azienda e lo skateboard elettrico è stato un’evoluzione di questo progetto, con il fine anche di ovviare ad alcuni problemi di trasporto.
Lizzit: Ci sembra un’ottima soluzione per i trasporti, anche perchè risolve un po’ i problemi legati al traffico in città ed è un’alternativa all’utilizzo di combustibili fossili.
Riebler: Diciamo che è un green project.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Riebler: Michele vorrebbe commercializzare lo skate, trovando un equilibrio fra basso costo e potenza. Il progetto è completo: sono giusto da mettere a posto alcune finezze. Io vorrei utilizzarlo come tesina per la maturità.
Lizzit: Io non so ancora se portarlo all’esame perchè ho già anche altri progetti in mente, non sono sicuro che porterò questo.
In cosa consistono questi “altri progetti”?
Lizzit: Un esempio è il Copernico Drin, un sistema per la gestione delle campanelle, pensato per essere usato all’interno della scuola per risolvere il problema dello sfasamento fra la campanella della centrale e quella della succursale.
Per chi fosse interessato, esiste un sito per ulteriori informazioni sul vostro lavoro?
Riebler e Lizzit: Non esiste ancora, ma prima della commercializzazione ne sarà creato uno. Per il momento chi fosse interessato può rivolgersi a noi.
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