di Giulia Zuliani
Non tutti hanno la possibilità di frequentare una scuola americana, ma io ne ho avuto l’opportunità e questa è la mia esperienza a riguardo.
La scuola superiore americana è totalmente diversa da quella italiana.
Innanzitutto, è organizzata su quattro anni, a conclusione dei quali si può scegliere se andare al college o all’università. C’è poi il cambio di classe ogni ora: gli studenti non stanno mai nella stessa aula, è il professore che sta fermo mentre gli alunni si muovono ad ogni cambio d’ora per la scuola, che è immensa dato che elementari medie e superiori sono tutte collocate nello stesso edificio, benché in settori diversi. L’orario è di cinque lezioni a giornata, della durata di un’ora e mezza, con la pausa pranzo dopo la quarta. Ė presente una mensa, ma gli alunni possono portare cibo da casa che scaldano con i microonde messi a disposizione dalla scuola.
Le lezioni non sono molto impegnative e comprendono anche materie quali danza, economia, fotografia. Le materie sono assegnate agli studenti dalla scuola anche in base al livello di preparazione raggiunto e possono variare per ciascun studente nel corso dell’anno, così in ogni classe si creano gruppi molto eterogenei di studenti.
A scuola si praticano anche gli sport che non rientrano nell’orario scolastico, dato che ci sono gli impianti necessari per praticare le attività e anche perché negli USA non esistono le società sportive, ma solo le squadre delle scuole o dei college in competizione tra loro.
Ciò rafforza l’unione tra gli studenti e il senso di appartenenza alla scuola, che è sancito anche da simboli di riconoscimento. Ad esempio, tutti i ragazzi senior portano un anello e la loro corona “speciale” che li identifica come studenti dell’ultimo anno, oppure possono variare le divise, che tutta la scuola indossa.
A mio parere, la scuola americana è dunque più coinvolgente di quella italiana e pure meno difficile, offre molte più opportunità di coltivare i propri interessi e, in certi casi, valorizza molto di più gli allievi che sono molto motivati e si impegnano al massimo per l’ammissione al college, cosa che in Italia non spesso si verifica dato che molti studenti, una volta arrivati in quinta, non hanno più voglia di continuare gli studi.
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