di Alessandro Nadalin
Con il 24 febbraio di quest’anno la guerra in Ucraina è arrivata a un anno di durata e non accenna a fermarsi, anzi, si fa sempre più calda. Ormai l’epicentro degli scontri è diventata Bakhmut, cittadina situata nella regione del Donbass, il cui controllo è diventato vitale per entrambi gli schieramenti. Sono mesi che la città è soggetta a continui bombardamenti dalle forze russe e gli ucraini non sembrano intenzionati a cederla al nemico.
Si pensava che la città sarebbe caduta con la presa di Soledar, un piccolo centro situato a nord di Backhmut che i russi sono riusciti ad espugnare proprio nei loro tentativi di avanzata verso di essa. Alla fine questa conquista non ha influito su quella di Bakhmut in quanto, come affermato dallo stesso Pentagono, la parte vitale per il controllo della città si trova a sud e non a nord. Di particolare importanza per gli ucraini è l’autostrada T 0504 che, a seguito del tentativo russo di accerchiare la città, è diventata l’ultima linea per il passaggio dei rifornimenti per la difesa. Le forze del gruppo mercenario Wagner, alleato dei russi, hanno tentato più volte di impadronirsi della strada, ma sono sempre stati ricacciati indietro dai soldati di Kiev.
Nonostante la mancata conquista dell’autostrada, le truppe russe hanno comunque ottenuto diversi risultati, ma le forze ucraine presidiano ancora parti della città, fermando qualsiasi incursione delle truppe di Mosca.
Secondo quanto riportato dall’analista Mirko Campochiari di “Parabellum”, i continui e brutali scontri stanno pesantemente indebolendo ambo le parti e, secondo lui, anche l’approvvigionamento per le truppe e lo spostamento dei mezzi pesanti diventano più difficili a causa del terreno fangoso.
Nonostante ciò gli ucraini si sono asserragliati nella regione collinosa di Casjv’iar, la parte a ovest di Bakhmut, in cui sono stati collocati tutti i mezzi d’artiglieria, carri armati e veicoli in dotazione all’esercito di Kiev che, sfruttando l’altopiano, riescono a tenere lontani i russi dalla via di rifornimento con un intenso fuoco di sbarramento, coordinato anche grazie all’aiuto dei droni.
Per quanto riguarda la parte est di Backhmut, gli ucraini stanno facendo saltare tutti i ponti in modo da ritardare l’avanzata russa verso Ivanivske e verso il centro della città. Nonostante ciò le forze di Mosca si avvicinano alla zona dove sono collocati i palazzi governativi ucraini, ma anche in questo caso l’avanzata è difficile per via del combattimento urbano che facilita i soldati ucraini. Le forze di Mosca, inoltre, hanno fermato una controffensiva ucraina verso nord colpendo anche alcuni mezzi. In realtà queste piccole azioni hanno come scopo tenere impegnati russi in modo da impedire che questi tentino un’offensiva a Casjv’iar.
Ma perchè gli ucraini continuano a difendere Backhmut?
Ormai la città non ha più grande importanza dal punto di vista strategico, come affermato dal Pentagono. La sua caduta non significherebbe un controllo totale del Dombass da parte della Russia, inoltre gli ucraini detengono ancora il controllo di tre città vicino a Backhmut, più grandi e rinforzate di questa: Costantinovka, Kramators’k e Sloviansk.
Perdere Backhmut significherebbe perdere circa 10.000 uomini e un sacco di mezzi importanti per l’esercito di Kyev, senza dimenticare che il terreno fangoso rende ancora più difficile l’approvvigionamento delle forze e ciò intaccherebbe una possibile ritirata.
Ormai la difesa di Backhmut ha assunto un valore più politico che strategico, infatti i motivi principali, secondo quanto riportato nella puntata di “Mappa Mundi” sono i seguenti due:
- Una questione morale, infatti una vittoria russa a Backhmut alzerebbe il morale delle truppe di Mosca e abbasserebbe quello delle forze ucraine, ma ciò vale anche all’inverso, nel caso della difesa della città da parte delle truppe di Kyev.
- Il secondo motivo riguarda Zelenski, infatti il presidente si è speso davanti agli amici occidentali per la difesa della città, perciò ormai si è impuntato sul mantenimento della parola data. Ciò ha portato a delle discussioni con i suoi generali che proponevano un ritiro totale delle truppe. Alla fine si è concordato per una ritirata parziale che comprende solo i battaglioni più esperti nel combattimento.
E dopo Backhmut?
Molti ritengono che se i russi riuscissero a prendere la città riuscirebbero ad avanzare rapidamente, ma ciò non è possibile. Innanzitutto i russi hanno speso molte risorse per l’assedio, quindi tentare un’avanzata verso una delle tre città fortificate comporterebbe ulteriore perdita di tempo, truppe e risorse. La seconda ipotesi prevede la divisione della colonna russa in due parti, ma se è già difficile prendere un’altra città con una colonna sola, lo è ancora di più con due più piccole. Perciò, come esposto da Mirko Campochiari, dopo l’eventuale presa di Bakhmut da parte dei russi ci sarà un momento di pausa per la riorganizzazione delle truppe. Per usare un’espressione dello stesso Campochiari “non ci saranno gloriose avanzate, né da una parte né dall’altra”. Naturalmente, come evidenziato in questa affermazione, lo stesso varrebbe per gli ucraini, in quanto sarebbe molto difficile tentare un’avanzata con le truppe stremate da mesi di assedio.
Fonti:
Mirko Campochiari. Guerra Russo-Ucraina – Bakhmut: Oggi no, domani forse, dopodomani sicuramente!
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