di Lorenzo Della Savia e Marcello Rossi

Il candidato per il Senato della Lega: “Scuola, meno precarietà e più omogeneità di valutazione sul territorio. Attriti con Forza Italia? Invenzioni della stampa”.

Partiamo con la scuola: quali sono i piani per i giovani? Sentiamo spesso parlare, anche in televisione, di grandi azioni anche economiche rivolte appunto ai cittadini più giovani, ma le proposte concrete quali sono? “La scuola deve affrancarsi dal pensiero unico della sinistra: tornino a contare impegno e capacità. E la crescita qualitativa degli studenti è strettamente legata alla qualità del corpo docente, data dai titoli ma anche dall’esperienza. Un comma della “Buona scuola” prevede invece che dopo 36 mesi da docente precario, se non vieni assunto a tempo indeterminato, lo Stato ti lasci a casa disperdendo il bagaglio di esperienza che hai maturato. Nel nostro programma c’è l’impegno a sostituire tale comma, ribaltando l’interpretazione data dal Pd a una direttiva europea. Serviranno poi correttivi alla disomogeneità di valutazione sul territorio e il superamento dei trasferimenti più o meno forzosi di insegnanti da una parte all’altra della Penisola. Dopo una fase transitoria per risolvere le criticità sedimentatesi in questi anni, affronteremo la questione col reclutamento degli insegnanti su base regionale. Il “domicilio professionale” consentirà di scegliere in totale libertà la regione dove proporsi, per poi confrontarsi con gli altri candidati a pari condizioni, innescando un meccanismo virtuoso ispirato ai principi del federalismo. Il maggior radicamento dei docenti favorirà tra l’altro quella continuità didattica la cui mancanza è spesso all’origine dell’insuccesso degli studenti e che, in particolare, va assolutamente garantita ai ragazzi con difficoltà.”

Lei è stato senatore nella legislatura 2008-2013, quando la Lega era molto diversa da quella di adesso. Il segretario era Bossi (che era anche Ministro per le Riforme per il Federalismo), che più volte ha espresso dissenso per l’attuale linea Salvini, nonostante il fatto che proprio Bossi sarà candidato tra le fila della Lega. Il partito però pare aver perso gli ideali autonomistici-secessionisti settentrionali ed ha sfidato il suo passato affacciandosi anche al Sud. Le idee cambiano, i leader anche, ma lei rimane sempre alla Lega. Come mai?  “Pur con meno successo, anche Bossi aveva più volte provato ad aprire al Sud. E con lo stesso obiettivo: togliere il monopolio quasi totale della gestione delle risorse al centro (responsabile di tre quarti degli sprechi) e trasferirne la responsabilità agli enti locali sulla base del principio che chi sbaglia paga. Questa potrebbe essere la volta buona che ce la facciamo…”

È un botta e risposta ininterrotto, e minaccia di proseguire fino al 4 marzo, quello tra Berlusconi e Salvini sul tema della leadership. La sfida tra gli alleati della coalizione è serratissima, anche perché il patto è che sarà il primo partito del centrodestra, in caso di vittoria, ad indicare il candidato per Palazzo Chigi. Ma l’impressione di una rissosità interna, a due settimane dal voto, è sempre più forte, e si vedrà se sarà benzina in più o freno. A seguito delle ripetute dichiarazioni di Salvini che lo vorrebbero futuro Premier, Berlusconi risponde così: “Matteo Salvini ha il forte desiderio di primeggiare nella coalizione, ma negli ultimi sondaggi la Lega è a quattro punti di distanza da noi. Il leader sarà espresso comunque dal partito che avrà preso più voti”. Qual è il suo parere al riguardo?  “Notoriamente la stampa italiana vive principalmente di gossip. Le notizie vanno prese con beneficio di inventario. Quella sulla distanza di punti tra Lega e Forza Italia è una classica battuta da campagna elettorale. ”

Come pensa possa reggere la coalizione di centrodestra post voto, visti i continui scontri fra Lega e Forza Italia e le notevoli diversità per quanto riguarda il programma? Basti pensare alla posizione presa sull’Europa: Berlusconi a favore, che dichiara: “C’è bisogno di un’Italia stabile e noi abbiamo bisogno di un’Europa amica”, mentre Salvini è di tutt’altro parere: «La Ue non è riformabile: va abbattuta» “Berlusconi sa perfettamente che l’Europa non ci è mai stata “amica”. I trattati internazionali ci penalizzano non poco, tanto che ormai se n’è accorto anche il comune cittadino. Salvini vuole rivederli e su questo non vedo motivo di particolare attrito con gli alleati.”

Nella coalizione di cui fa parte la Lega ci sono almeno una settantina di candidati impresentabili. Perché sono stati messi in lista tutti questi soggetti? E perché piazzarli in posizioni vantaggiose? “ Per tutti la giustizia farà il suo corso e non saremo certo noi a metterci di traverso. Nella Lega non mi risultano condanne in via definitiva e comunque il vertice politico è stato totalmente rinnovato: sul fronte giudiziario siamo assolutamenteinattaccabili.”

Salvini ha dichiarato all’ANSA di voler battere Forza Italia e di voler nominare Berlusconi ministro. Com’è, precisamente, che intende fare entrambe le cose? “Semplicemente Salvini ritiene che Berlusconi potrebbe essere un buon ministro degli Esteri del suo Governo…”