di Alessandro Nadalin

Timur Barlas, conosciuto in Europa con il nome di Tamerlano, fu un importante personaggio della storia in quanto riuscì in poco tempo a fondare un impero nella zona dell’Asia Centrale: l’Impero Timuride.

Il re nacque nell’antica Kesh nel 1336 circa e apparteneva alla tribù Barlas, che si era stabilita in quella regione a seguito della conquista di Gengis Khan. Essa era definita Qara’una, ovvero una tribù formata dall’incrocio di mongoli e turchi, più precisamente la tribù di Tamerlano era costituita da uomini mongoli che si erano uniti a donne turche.
Il padre di Tamerlano sembra facesse parte della nobiltà gengiskhanide e si era convertito alla religione dell’islam sunnita,la stessa che avrebbe adottato anche il figlio e i membri del suo clan.
Timur iniziò la carriera militare a 16 anni mettendosi al servizio del re della Transoxiana, una zona che comprendeva alcune regioni dell’Asia centrale, il quale gli affidò il comando di un piccolo reparto di cavalleria.
Alla morte del sovrano, avvenuta nel 1363, scoppiò il caos per la successione, perciò le popolazioni mongole confinanti approfittarono della situazione per invadere la regione. Molti dei generali fuggirono di fronte all’invasione, ma Tamerlano decise di restare per combattere e riuscì a ristabilire il controllo della regione nel 1369, sconfiggendo i mongoli invasori e assicurandosi il trono.
Da quel momento Tamerlano si definì erede di Gengis Khan, per via della sua discendenza e, come il suo predecessore, intendeva creare un forte impero.
Scelse come capitale Samarcanda, in quanto era un emporio strategico sulla via della seta e garantiva di fatto il controllo delle rotte commerciali che collegavano l’estremo Oriente con l’Europa.
La sua espansione iniziò a partire dagli anni settanta del Trecento e fin da subito il re appoggiò lo sguardo sulla vicina Persia invadendola, ma non era l’unico interessato al dominio della zona, infatti il re venne in contrasto con l’ex “amico” Toktamish, ovvero colui che era riuscito a ricostituire il khanato (un regno di origine mongola governato da un capo definito Khan) dell’Orda d’Oro proprio con il supporto militare di Timur stesso.
I due si scontrarono per il controllo dell’Azerbaijan e nel 1386 Tamerlano annientò definitivamente e totalmente l’esercito dell’avversario nella regione della Corasmia, ottenendo così la vittoria del conflitto.
Allo stesso tempo, nel 1383, Tamerlano tentò con successo uno sfondamento militare  nel territorio della Persia. Le prime città che si ritrovarono assediate furono Balkh ed Herat. A quest’ultima toccò una fine crudele, in quanto il sovrano mongolo, al suo rifiuto  di arrendersi, la rase al suolo causando la morte della maggior parte degli abitanti.
In seguito fu presa d’assedio nel 1387 anche la città di Esfahan, a cui fu offerta dal re la possibilità di arrendersi in cambio di un tributo, ma al diniego di quest’ultima, Tamerlano scatenò la sua ira sulla città, a cui toccò un destino simile a quello di Herat.
Successivamente fu presa con meno violenza anche Shiraz, ma il re fu costretto a fermare l’avanzata in quanto Toktamish stava tentando un nuovo attacco con un esercito pari a 100.000 uomini.
Tamerlano distrusse nuovamente l’esercito nemico nella battaglia del fiume Kondurca, ma Toktamish fuggì nuovamente. Tamerlano allora riprese la sua avanzata in Persia nel 1395, conquistando le regioni del Gorgan, del Manzandaran e della Mesopotamia, dove distrusse addirittura Baghdad.
Successivamente si volse ancora di più verso occidente, intromettendosi in una lotta tra due fazioni turcomanne, ma fu interrotto da un nuovo attacco di Toktamish e del suo nuovo esercito. La sorte di quest’ultimo fu la stessa dei precedenti, ovvero venne distrutto nella battaglia del fiume Terek del 1395, ma Toktamish riuscì ancora una volta a fuggire; tuttavia l’avanzata del grande sovrano non si arrestò e le sue forze arrivarono fino a Saraj Batu, capitale dell’Orda d’Oro. La città fu cancellata dalle forze di Tamerlano e da quel momento iniziò il declino dell’Orda, con la successiva disgregazione nel 1502.
In questo processo di sgretolamento dell’Orda d’Oro avvenne la separazione dei principati di Mosca e di Kiev, da cui si formeranno le odierne Russia e Ucraina.
Toktamish tentò un ultimo attacco al sovrano mongolo con il supporto del Granducato di Lituania, ma le sue forze furono distrutte nella battaglia del fiume Vorslka dai generali di Tamerlano Temur Qutlugh khan e Edigu. Quest’ultimo uccise Toktamish nel 1406.
Tamerlano non poté partecipare alla battaglia in quanto era impegnato in una campagna in India. La sua avanzata nella penisola indiana fu contraddistinta da feroci battaglie ed enormi perdite, ma alla fine il sovrano mongolo giunse nella città di Delhi e la conquistò, riuscendo a compiere un’impresa in cui in passato nè Alessandro Magno nè Gengis Khan erano riusciti.
Successivamente Tamerlano rivolse nuovamente lo sguardo ad Occidente, in particolare cercava lo scontro con il sultano ottomano Bayezid I; prima, però, invase l’Egitto e la Siria, riuscendo a conquistare Aleppo, che fu successivamente saccheggiata, Damasco e per la seconda volta Baghdad. Tamerlano si scontrò infine con il sultano Bayezid I nella battaglia di Ankara, avvenuta nel 1402.
La battaglia fu vinta da Tamerlano, allora settantenne, che catturò il sultano e lo imprigionò nella sua corte, dove morì. Nonostante la sconfitta di Bayezid, il figlio riuscì a fuggire dal campo di battaglia.
In seguito, nel 1404, Tamerlano volle invadere la Cina e, per prendere di sorpresa il nemico, decise di far avanzare le sue forze durante l’inverno. Questa decisione stroncò la campagna militare del re sul nascere, in quanto nel 1405, nel tragitto, il sovrano mongolo contrasse una malattia, probabilmente polmonite, morì il 19 febbraio di quell’anno e fu sepolto a Samarcanda.
Nonostante venga ricordato per le sue imprese militari e per gli enormi spargimenti di sangue, egli era amante anche degli aspetti culturali della vita, infatti nella sua corte accolse molti letterati, uomini di scienza ,artisti e costruttori di splendidi edifici.

FATTO CURIOSO:

Tamerlano ha fatto parlare di sé nel tempo anche per una strana profezia legata alla sua morte, infatti sulla sua tomba fu trovata un’iscrizione che riporta le seguenti parole: “Chiunque violi la mia quiete in questa vita o nell’altra, sarà soggetto a inevitabili punizioni e miseria”
Nonostante questo avvertimento, alcuni non diedero retta alla profezia e aprirono la tomba. Particolare è il caso dell’Unione Sovietica.

Il 19 giugno del 1941 i sovietici la aprirono prelevando i resti del sovrano mongolo e il 22 giugno dello stesso anno, ovvero tre giorni dopo, la Germania invase l’Urss costringendo i sovietici ad arretrare di molto. Nel novembre del 1942 le ossa di Tamerlano furono nuovamente sepolte seguendo il rito mussulmano dell’inumazione. Da quel momento i sovietici riuscirono a ribaltare la situazione, nel 1943 i tedeschi si arresero a Stalingrado e successivamente l’Urss riuscì ad avanzare a sua volta, fino ad arrivare alla città di Berlino conquistandola.
Quindi l’attacco dei tedeschi in seguito all’apertura della tomba era stato solo una coincidenza?
Beh, nel dubbio meglio lasciar riposare in pace Tamerlano.

Fonti:

Wikipedia: Tamerlano