di Arianna E. Oian

Dublino, una città dai molteplici volti e dalle mille sorprese. Una capitale europea poco visitata e conosciuta, ma con molte particolarità, luoghi di interesse e scorci suggestivi.

Appena scesi dall’aereo ci siamo stagnati in una giornata nuvolosa, con un tiepido sole che faceva capolino tra le placide nubi e una temperatura piacevole. Varcate le porte dell’aeroporto abbiamo guardato le indicazioni e ci siamo imbattuti in una nuova lingua antica e sconosciuta al continente europea: il gaelico. Non si conoscono bene le sue origini e ciò contribuisce a ricoprirla con un’aura di mistero. Ecco come ci ha accolto l’Irlanda.

Abbiamo trascorso la nostra brevissima settimana a Malahide, una cittadina sulla costa a nord di Dublino dove alloggiavamo presso famiglie del luogo. Per la maggior parte dei casi, noi ragazzi abbiamo trovato confortevoli sia le famiglie  sia le case, anche se cultura irlandese è molto diversa dalla nostra, specialmente nel cibo. Le pietanze sono infatti a base di burro, avena, cereali e pesce; diverse famiglie tentano anche di modificare i piatti italiani secondo i propri sapori: pasta piccante, pizza col formaggio, peperoni sono cibi molto amati e che non è raro trovare nelle case. Le famiglie, e anche molti dipendenti nei negozi sia a Malahide che a Dublino, sono molto gentili con i ragazzi che provengono dall’estero e provano ad accontentarli al meglio. Gentilezza, ospitalità e cordialità sono stati dunque ingredienti essenziali durante il nostro viaggio in Irlanda anche se, come accade in molti paesi paesi nordici, gli abitanti sono meno affettuosi e abituati al contatto fisico.

Le nostre giornate a Malahide iniziavano con le lezioni di cultura, speaking e grammatica all’ICE, la scuola di inglese dove ci recavamo ogni mattina dopo aver consumato cereali o grandi ciotole di porridge nelle nostre case. Al termine delle lezioni, nel primo pomeriggio, dopo aver appreso le basi della grammatica inglese e i rudimenti del gaelico, la lingua ufficiale dell’Irlanda, ci trasferivamo alla stazione di Mullach ide (nome gaelico della città di Malahide) e in circa 40 minuti di treno eravamo nel centro di Dublino.

Qui abbiamo dunque visitato le zone più famose della città, percorso le strade più centrali quali Henry Street e Grafton Street e assieme agli insegnanti e al nostro accompagnatore Owen abbiamo visitato alcuni dei musei più interessanti per una full-immersion nella cultura e nella vita mondana della capitale irlandese.

Una vera sorpresa è stato il museo degli scrittori, vicino a Henry Street, sito in un edificio di mattoni con uno striscione di tessuto e una targhetta che ne segnalano la posizione. Un incantevole ingresso con una vetrata colorata recante i visi di alcuni poeti accoglie i visitatori. Il museo si sviluppa su due livelli; l’inferiore racchiude libri, uno scrittoio, vestiti e oggetti appartenenti ai famosi personaggi i cui nomi sono stampati su diversi pannelli sovrastanti le teche. Con grande sorpresa mia e dei miei compagni, ho trovato qui moltissimi scrittori assai noti e appartenenti alla letteratura mondiale: Jonathan Swift, James Joyce, Oscar Wilde, Lady Gregory, Samuel Beckett, George Bernard Shaw, Bram Stoker e molti altri, riguardo ai quali e alla cultura di questo meraviglioso popolo, tramite un’ audioguida, sono riuscita a scoprire molte curiosità.

L’ultimo giorno di permanenza in Irlanda abbiamo trascorso una serata… folk! Dopo la cena con le nostre famiglie, noi studenti ci siamo ritrovati tutti in un piccolo locale lungo la costa e assieme ad un quartetto di simpaticissimi e talentuosi cantanti irlandesi abbiamo intonato alcune delle più famose canzoni popolari tra cui Molly Malone, The fields of Athenry e The Belle of Belfast City: una serata veramente emozionante e all’insegna del divertimento!

Se dunque ripenso alla nostra settimana in Irlanda, mi sembra ancora di vedere gli ultimi lembi di terra prima di incontrare le placide acque del mare… Ma quando riapro gli occhi non c’è un’immensa distesa di verde, il profumo del mare e il paesaggio  sono ormai diventati una parte del mio cuore.